Ancora un abuso sessuale, ancora un triste esempio di visione oggettivante della donna, ridotta ormai a icona di un piacere spesso sviato o violento.Questa volta è successo lì dove non ci si aspetterebbe tutto questo, dove ci si reca nella corsa, talvolta disperata, verso la salvezza.

Nella struttura ospedaliera Santissima Annunziata di taranto, un operatore sanitario del 118, fingendosi prodigo di premure e sensibile al dolore di una ragazza ustionatasi ad una coscia (probabilmente parcheggiata come tanti nei corridoi del pronto soccorso), l'ha invitata a seguirlo in una saletta adiacente.

Qui, adducendo il pretesto di alleviare la sua sofferenza fisica con impacchi di ghiaccio, ha cominciato a palpeggiarla.

Immediata la reazione della giovane che, raggiunti i genitori, è scoppiata in lacrime. E, raccontato l'accaduto, ha trovato conforto nelle calde e sicure braccia dei suoi che hanno voluto sporgere denuncia nei confronti dell'aggressore.Gli operatori della Mobile sono intervenuti, arrestando l'uomo, un 30enne.

Perchè tacere?

L'episodio, verificatosi nel mese di giugno, è balzato alle cronache solo oggi. Ci si chiede come mai sia passato inosservato fino a questo momento e se si debba necessariamente attendere un epilogo tragico per segnalare casi di abusi.Dopo tutto il triste accadimento si inserisce in una casistica così ricca e consueta di violenza sulle donne da essere scarsamente considerato.

Femminicidi oabusi sessuali sono, ormai, all'ordine del giorno, ma quante donne hanno il coraggio di denunciare, di rivendicare il proprio ruolo sociale?Domande, interrogativi che aprono il dibattito su una società ancora penalizzante la donna.

Non è facile parlare, raccontare le violenze subite. E il tunnel è quello della vergogna, del cattivo rapporto poi con la propria fisicità, del crollo inconscio della propria autostima.L'episodio è uno dei tanti, ma colpisce per il luogo in cui si è verificato, anche se purtroppo sono molti gli operatori sanitari che abusano della loro professionalità.