In questi giorni, con l'insediamento di Donald Trump, si è tornato a parlare di aborto. Il neo-presidente USA ha cancellato i finanziamenti da parte del governo federale a tutte quelle organizzazioni pro-aborto che fanno informazione sull'interruzione di gravidanza. Alcune di quelle associazioni, inoltre, l'aborto lo praticano direttamente.
Fece la stessa cosa Ronald Reagan, nel 1985.
Poi cancellò il provvedimento George W. Bush, nel 1993. e successivamente, nel 2009, Barack Obama fresco di elezione decise di cancellare nuovamente i finanziamenti a queste organizzazioni. Anche Trump segue la scia del suo predecessore, ma d'altronde lo aveva promesso in campagna elettorale.
Aborto: le posizioni di Trump e Clinton
Anzi. Sia The Donald che Hillary Clinton, in campagna elettorale, avevano fatto comprendere di essere pro-life. Anche se la Clinton, si è dichiarata pro-aborto solo in casi eccezionali.
Premetto che a mio parere non bisognerebbe essere paladini dell'aborto, paladini di un qualcosa che toglie la vita a un essere vivente.
Perciò trovo giusto togliere i finanziamenti alle associazioni che praticano e fanno informazione sul fine vita. Perché queste associazioni si rivolgono soprattutto a quelle persone che magari, durante un rapporto sessuale non protetto, hanno avuto un figlio senza volerlo. Se un figlio è arrivato "involontariamente", tu donna ti assumi le responsabilità delle tue azioni. La prossima volta ti proteggi, hanno inventato il profilattico.
Interruzione di gravidanza: dire di sì alle vittime di violenza sessuale
Ma se un figlio arriva dopo uno stupro (e ce ne sono di casi così) è giusto che la vittima possa decidere se tenere o meno il bambino. Magari la ragazza in questione non avrebbe mai voluto avere un figlio, perciò perché tenerselo, soprattutto dopo uno stupro?
Ecco. In Italia e nel resto del mondo ci vorrebbe una legge così. Aborto solo per persone vittime di violenze sessuali e per quelle persone gravemente disabili che sanno di non essere in grado di crescere un bambino.
Ma ogni capo di Stato / premier del mondo, e questo penso che non debba essere io a farvelo notare, ha una testa diversa. Quindi so già che una legge equilibrata sull'aborto non esisterà mai.
Aborto in Italia: cosa dice la Legge 194?
Trovare politici italiani a favore dell'interruzione della gravidanza è abbastanza difficile. Però si può dire che il principale "nemico" dell'aborto in Italia sia Mario Adinolfi, giornalista ultra-cattolico e leader del movimento Il Popolo della Famiglia.
Il problema di Adinolfi è molto semplice: lui non vuole l'aborto in nessun caso. Sei vittima di violenza sessuale? Affari tuoi, detto in modo molto schietto. E così non va bene. Perché, come ho detto nelle righe qui sopra, l'aborto in certi casi è necessario.
In Italia, in ambito di interruzione di gravidanza, esiste la Legge 194, che ha ricevuto spesso proposte di modifica ma che, di fatto, non è stata cambiata di una virgola. Bisogna agire, e in fretta. Prendiamo esempio da Trump, ma attenzione a non diventare "estremisti" come Adinolfi.