Oramai il Giubileo della Misericordia è concluso, tuttavia, le porte dell'amore e del perdono, dovrebbero rimanere sempre aperte. Nella lettera apostolica "Misericordia et Misera", Papa Francesco ha dato un'ulteriore prova di grande misericordia ed apertura mentale, verso i peccatori. Infatti, in tale epistola, il pontefice ha riconfermato l'amore ed il perdono di Dio anche nei confronti del più grave peccato da parte dell'uomo. Nella lettera in questione, il papa si è molto dilungato sul tema dell'aborto.
Il messaggio alle donne che scelgono l'aborto
Chiuso il Giubileo della Misericordia, Papa Francesco ha voluto lanciare un messaggio di amore, perdono e speranza, verso le donne che scelgono di abortire. L'abbraccio del papa e di Dio, rivolto anche ai medici che si macchiano di questo peccato. Il pontefice ha reso noto che Dio perdona qualsiasi colpa od atto grave da parte dei suoi figli, in quanto la Misericordia del Signore è infinita. A patto che il cuore del peccatore, sia sinceramente pentito e disponibile a riconciliarsi con il Padre.
Il messaggio del Papa non depenalizza l'aborto
Monsignor Nunzio Galantino, Segretario della CEI, ha però sottolineato un punto importante del messaggio: "Il Santo Padre non ha depenalizzato il peccato dell'aborto".
Galantino ha inoltre aggiunto: "Si chiudono le porte delle chiese e di San Pietro, ma non quelle del cuore di Dio". Il Papa non vuole assolutamente derubricare il peccato dell'aborto, tuttavia, se il peccatore ha capito di aver sbagliato e vuole tornare sulla retta via, il Cuore di Dio sarà a lui sempre aperto. Il fine ultimo di Papa Francesco è, del resto, riportare la Chiesa al messaggio originale del Vangelo.
Aborto: reato fino al 1978
Fino al 1978, in Italia, il reato dell'aborto era perseguibile penalmente con la reclusione. Dopo le battaglie di Gianfranco Spadaccia (segretario del Partito Radicale), di Adele Faccio (segretaria del CISA) e della militante radicale Emma Bonino, le cose iniziarono a cambiare. Una lunga battaglia per combattere la piaga dell'aborto clandestino.
L'aborto, fu considerato un tassello fondamentale, anche nella militanza di Marco Pannella. Si combatteva per la tutela della donna e per la sua libertà di scegliere. Alla fine, dopo 700000 firme, lotte e spaccature, venne riconosciuta la legge 194, con cui le donne hanno alla fine potuto ricorrere all'interruzione della gravidanza. Per altre notizie di cronaca, cliccate Segui.