"Alcuni credono che lui sia più d'intralcio che d'aiuto. Alcuni credono che dovrebbe farsi i fatti suoi. Si sbagliano. È l'uomo migliore che abbiamo mai conosciuto". Per chi ama l'Inter, ma non i fumetti, la citazione è presa in prestito da Batman. Beppe Marotta non avrà il mantello o il fascino di Bruce Wayne, ma deve comunque riuscire nella sua missione: salvare l'Inter da se stessa.

Inter, come si cambia per non morire

Non è l'eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno. Chissà se Beppe Marotta sapeva cosa lo avrebbe atteso una volta diventato Dg della Benamata. Chissà se sapeva che il problema vero dell'Inter è l'Inter. Una bestia oscura che è subito venuta fuori a dicembre con il caso Nainggolan, seguito poi da Perisic e Icardi.

Situazioni al limite del paradossale, che in altri club di pari blasone difficilmente si vedono. Tre situazioni che hanno subito fatto capire a Marotta la tragedia comica che si nasconde al di là dei cancelli della Pinetina. I problemi sono quesiti e i quesiti necessitano di risposte.

Scopriamo insieme quelle che si è dato Marotta.

Dalla rosa all'area tecnica, l'Inter è da rifare

Il primo indiziato per l'ennesimo e ciclico fallimento della stagione è chiaramente Piero Ausilio. Ultimo uomo dell'era morattiana ancora presente in dirigenza, il Ds dell'Inter ha responsabilità oggettive. In discussione non sono tanto le scelte di mercato (alcune molto opinabili in realtà), ma l'incapacità nel governare la rosa. Ausilio ha sempre lasciato allo staff tecnico l'onere della gestione dei calciatori anche in questioni extra campo. Una linea che finisce per lasciar solo l'allenatore e creare varie correnti nello spogliatoio, generando situazioni ingestibili.

La rivoluzione marottiana dell'Inter parte, quindi, proprio dall'area tecnica.

Il Dg nerazzurro ha individuato in RIccardo Pecini il profilo ideale per sostituire Ausilio. Il dirigente, attualmente in forza all'Empoli, ha dato massima disponibilità a Marotta, sposando il progetto Inter. Pecini, gran conoscitore di calcio e di talenti, avrà il compito di individuare i giusti profili per i nerazzurri.

Inter, si cambia anche in panchina

Al netto di alcune scelte e letture discutibili, Spalletti ha fatto quello che ha potuto con la rosa a disposizione. Marotta, che lo voleva alla Juventus per il dopo Conte, è un estimatore del tecnico toscano. Tuttavia il DG sa bene che l'Inter ha bisogno di un uomo forte in panchina, un allenatore che sia anche motivatore. Il primo nome per il dopo Spalletti è proprio quello di Antonio Conte, profilo che piace molto anche alla proprietà.

Col tecnico salentino c'è già un'intesa di massima da tempo, ma da qui a giugno gli scenari potrebbero cambiare. Nella short list di Marotta c'è anche il nome di Massimiliano Allegri, attualmente alla Juventus. L'allenatore toscano non avrebbe problemi a sedere sulla panchina dell'Inter, ma è corteggiato anche da club esteri e la Premier lo affascina molto.

C'è poi quel José Mourinho che fa battere i cuori dei nerazzurri. Il portoghese si è detto disponibile ad un eventuale ritorno a Milano, soprattutto dopo aver visto sfumare la panchina del Real Madrid. La dirigenza riflette, sonda e si muove, consapevole che a giugno dovrà esserci la vera e definitiva rivoluzione dell'Inter.