American Gods, è iniziata la seconda stagione. Ed è bastata la prima puntata per rendersi conto che non vale davvero la pena andare avanti a guardare. Per una volta è molto difficile stabilire se sia più brutta la serie o il libro da cui è tratta. Non sono neppure bastati gli scarsi risultati della messa in onda della prima stagione per aver risparmiato il seguito.
Una serie TV stanca ma pretenziosa
La seconda stagione, stando almeno al primo episodio, mantiene una coerenza di fondo con la prima. Se infatti i primi otto episodi erano riusciti a tradurre in pellicola l'insopportabile verbosità egotica di Neil Gaiman, la seconda non se ne libera ed anzi sembra quasi peggiorare.
Lo stile non è dei più gradevoli ed utilizza al massimo stratagemmi emozionali elementari per non far scappare il telespettatore. Che diversamente precipiterebbe nella noia vista la lentezza con cui il filo narrativo prova a dipanarsi. L'articolarsi della trama è una navigazione senza regole nel nichilismo più sfrenato, a tratti deprimente.
Ciò che ne risulta è una marmellata in cui divinità di ogni provenienza vengono mescolate senza logica, in una trasformazione della sfera religioso-mitologica in una sorta di orizzonte di supereroi egotici. Senza però avere la consolazione fanciullesca di quelli della Marvel.
La pessima idea di fare di American Gods una serie TV
D'altra parte non è facile trasformare in una bella serie TV un libro orrendo.
Se la serie TV risulta un guazzabuglio pieno di confusione e idee prêt-à-porter su qualunque mitologia, il libro è ancora più intriso di confusione e mancanza di senso. Un libro che risulta pluripremiato solo perché scritto da un autore che appartiene all'élite culturale del mondo. Diversamente American Gods sarebbe un testo auto-pubblicato su Amazon con scarse apparizioni nelle mini-classifiche di categoria.
E ci avrebbero risparmiato questa terribile serie TV.
Le logiche che governano l'industria della cultura
Ci si potrebbe domandare allora come mai Amazon Prime, alla quale siamo debitori di serie TV di successo e di ben altra qualità, abbia fatto questa scelta così discutibile. E nel cercare una risposta si potrà scoprire come American Gods sia l'ennesima dimostrazione che l'industria culturale mondiale è quasi interamente nelle mani di una classe dirigente stanca e svuotata d'ogni ideale. E soprattutto di ogni gusto estetico.