Molti sono stati gli argomenti toccati dal neo presidente Sergio Mattarella durante il discorso di insediamento al Colle: dall'unità del paese alla disoccupazione, dalle riforme costituzionali alla minaccia del terrorismo, pericolo più che mai reale anche per il nostro paese. Nel momento in cui ha perso uno dei suoi fogli, Mattarella ha regalato ai politici che lo stavano seguendo ed a tutti gli italiani, il suo primo sorriso da presidente della Repubblica.

L'ex costituzionalista ha esordito affermando che il voto degli italiani è presente nella vita di tutti i giorni, coinvolgendo strutture come i municipi, le scuole, gli ospedali, i tribunali ed i musei. Si è poi augurato che negli uffici pubblici, così come nelle istituzioni, si possano riflettere con fiducia i voti degli italiani, elencando un po' tutte le tipologie di persone: i bambini, i ragazzi, gli anziani, le persone sole ed in difficoltà, i sofferenti, i malati, i giovani che cercano lavoro, i disoccupati, gli imprenditori e gli investitori. Mattarella ha poi detto di desiderare un popolo che si senta unito e solidale, un popolo libero che cammini con una speranza nuova nel cuore verso un futuro sereno e pacifico.

Il presidente, a mo' di vero filosofo, ha poi ribadito che lo Stato è un'esperienza quotidiana, non di certo fredda retorica; è prioritario, per il nuovo Capo dello Stato ricostruire quel rapporto d'armonia tra popolo ed istituzioni, rapporto che a suo (ben) guardare è stato reciso gravemente. È stato un discorso di trenta minuti, molto rispettoso dei ruoli; il presidente ha promesso di comportarsi in maniera leale ed imparziale, ma ha chiesto agli altri politici di seguire anche loro tale esempio: "L'arbitro sarà imparziale, ma voglio che anche i giocatori lo aiutino con la loro correttezza". A lungo si è soffermato sulla crisi economica e sul disagio sociale, la disoccupazione e le sue vittime e gli sforzi che aspettano il governo e l'Unione Europea.

Ha ricordato che rispettare la costituzione significa anche difendere lo studio in nome di una scuola moderna, significa rendere concreto il diritto al lavoro, significa amare e preservare i nostri tesori ambientali ed artistici, garantire i diritti per i malati ed ottenere giustizia in tempi rapidi.

Questo è solo un assaggio del lunghissimo "cahier de dòleance" che Mattarella ha presentato, ha poi salutato gli italiani che vivono all'estero e gli stranieri che vivono in Italia. Si è in seguito soffermato sulle pagine valorose della storia italiana, come la resistenza e la lotta alla mafia; ha inoltre chiesto una risposta globale per combattere il terrorismo fondamentalista. Non è mancato di certo il tema delle riforme, il loro percorso si è portato a compimento per rendere più salda e reale la democrazia, un implicito invito a non interrompere quel dialogo trasversale che ha reso possibile la loro progettazione. Nel suo discorso Mattarella ha ricordato anche il piccolo Stefano Tachè, ucciso nel 1982 dal terrorismo.

Fonti:

Tgcom24

Larepubblica.it