Anche Illuminitalia, il movimento nato per difendere la Scuola, chiamato anche "Il popolo dei lumini rossi", parteciperà alla mobilitazione di Bologna. Margherita Franzese, una delle dirigenti e fondatrici del movimento, spiega che: "Intanto sono stati investiti due eminenti costituzionalisti napoletani ai quali è stato dato l'incarico di creare una rete di costituzionalisti italiani per, poi, produrre dei quesiti referendari relativi, oltre che alla riforma della Scuola, ad altre riforme recenti, purtroppo, penalizzanti per noi cittadini.
Andiamo a Bologna anche per parlare di questo". Da docente, poi, Franzese esprime un parere anche sulla introduzione del sistema di valutazione del corpo insegnanti: "Dopo 30 anni di ruolo vorrei che si valutassero le mie integrità fisiche e psicologiche, che potrebbero essere cambiate, non certo quelle professionali che non possono che essere arricchite, migliorate. Dopo una vita di insegnamento, di master, di corsi, chi e perché dovrà valutarmi? E con quali presupposti e su che basi?". Interrogativi che saranno tra i tanti posti nel corso della due giorni bolognese, alla quale si prevede che parteciperanno in tanti, provenienti da tutta Italia.
In Parlamento
Tra chi ha assicurato la presenza, anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, tra i più attivi a contestare la riforma della Scuola voluta da Renzi, sia in Parlamento che sul territorio.
"Abbiamo deciso di percorrere la strada della protesta e della proposta, elaborando strategie comuni - spiega Luigi Gallo, componente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati - . Intanto stiamo lavorando ai ricorsi in tutte le regioni; in Veneto e in Puglia sono state già approvate le mozioni di ricorso costituzionale e vedremo di farlo approvare in più regioni possibili, avendo depositato il documento in tutti i consigli regionali ed entro il 13 partiranno i ricorsi attivati dai presidenti di Regione per un ricorso costituzionale in via principale, per fare in modo che la Corte Costituzionale si attivi per pronunciarsi sulla legge di riforma della scuola. Ogni critica che avevamo avanzato sta emergendo adesso.
Alle stabilizzazioni mancheranno oltre trentamila figure. Già in questa prima fase ne mancano diecimila. Sono guasti che potevano essere evitati anche con percorsi diversi, come, ad esempio, abilitando i precari che avevano già compiuto percorsi nella scuola o avevano superato il tfa. Poi diciamo no alla scuola che insegue le imprese, la scuola deve formare le menti e queste devono essere inseguite dalle imprese, non viceversa.Altrimenti si mortifica la creatività, l'intelligenza. Riteniamo - prosegue il deputato 5 Stelle - che anche la differenziazione tra i docenti in questa riforma sia un palese profilo di incostituzionalità. Denunciamo mancanza di trasparenza, non vengono pubblicate le graduatorie nazionali e ci dobbiamo fidare di una calcolatore elettronico che non è infallibile".
Per il deputato Luigi Gallo non esistono mezzi termini: "Deportazione è l'unica parola che si possa usare in questi casi - afferma Gallo -. Assenza completa di una valutazione del fenomeno sociale messo in essere. I docenti diventano numeri, oggetti. Vengono spostati settemila docenti, il 77% fuori dalla propria provincia, numeri che fanno venire in mente un esodo biblico. A nessuno viene in mente che in tanti avevano incarichi di supplenza nelle scuole della propria città? Adesso dove sono finite quelle cattedre?".