Uno dei maggiori problemi che sarà ereditato dalla nuova sedia Capitolina è l'abusivismo e, più in generale, quello delle case popolari. O meglio, il problema risiede nei criteri di assegnazione degli alloggi seguendo le liste. Un labirinto di difficile soluzione, un cane che si morde la coda, tra cittadini che attendono il proprio turno e quelli che decidono di occupare. E poi ci sono i quartieri completamente abusivi a cui nessuno bada.

E ancora, al termine della piramide, vi sono coloro che considerano l'occupazione di un immobile come un mezzo per acquisire punteggio e salire nella graduatoria di assegnazione di una casa popolare. Roma è anche questo, come ci ha raccontato un abitante del posto e che vicino a uno di questi quartieri ci abita.

Assegnazione case popolari, fermi al 2013

Una graduatoria ferma ai primi mesi del 2013, per l'assegnazione di una casa popolare. E coloro che attendono un alloggio che fanno? Vivono per strada, in campeggi, in stabili di fortuna e/o abusivi, oppure occupano. Occupano abusivamente, giacché anche nella delibera di aprile si è chiarito che anche i cittadini che hanno occupato avranno diritto a stare nella stessa posizione della Graduatoria in cui sono inseriti.

'Sì, a Roma, sì, non come a Firenze, che chi occupa perde il diritto per 5 anni di poter ottenere un alloggio. A Roma si può e, anzi, è possibile allearsi con associazioni alle quali paghi una semplice tessera per corsie preferenziali e ottenere prima un alloggio popolare'. E ancora - continua il nostro intervistato che ha voluto lasciare anonima la propria testimonianza - ciò che è successo con la giunta Zingaretti è stata solo una conferma della drammaticità in cui verte la situazione delle case popolari. I media non ne hanno parlato. La Regione Lazio ha infatti 'deliberato' che l'occupazione di un immobile è un modo per guadagnare punti nelle graduatorie. A quanto ne so - ma non so se siano informazioni certe - a Roma, per quello che si sa, ci sono circa 80 immobili occupati.

Chi occupa è un delinquente, con tutte le ragioni del mondo di chi non ha una casa'.

Case popolari non di lusso, per questo si occupa

È di questi giorni la diffusione di documenti che mostrano lo stato attuale di alcune delle case popolari. È infatti senso comune parlare di questa tipologia di alloggi come case a 5 stelle, abitazioni quasi di lusso, ma chi vive in questi immobili 'non se la passa proprio bene', confermato anche dal nostro amico, il quale ci racconta che la situazione problematica di San Basilio, ma anche di Tor Bella Monaca, non è di questi giorni. Le fogne otturate e gli abitanti che vanno in Comune con topi di fogna morti in mano, eppure non sono stati fatti interventi né controlli.

Il perché? Sono case popolari. Sono abitazioni assegnate dal Comune, per questo l'occupazione risulta come un gesto più vantaggioso, in quanto si tende 'a sfondare la porta di casa di un alloggio meno malsano e abitabile. Una volta all'interno della casa nessuno ti può mandare via perché prima che ne se accorgano sei già bello e sistemato'. Pensate a Quarticciolo, è risaputo sia in parte o tutto abusivo. Inoltre i cittadini che abitano stabilmente quegli immobili li hanno comprati a 'prezzi di favore' oppure li hanno ereditati da persone decedute. Si pensi anche che il nuovo racket per 'acquisire più punteggio e salire in graduatoria' si basa anche su una logica differente: sfruttare gli edifici abbandonati, perché occupare è sì un reato, ma non requisito necessario per perdere il diritto alla casa, confermato anche dalla delibera di fine aprile.

'Comunque, - continua il nostro amico - per concludere, non è uno scherzo, quando trovi i topi nel frigorifero. Penso sia naturale pensare ad ogni escamotage per salire in graduatoria: molti non si fidano nemmeno del bonus casa, perché all'inizio sono 6 mesi, ma potresti anche perdere l'alloggio all'improvviso. L'occupazione abusiva è alimentata dalla stessa amministrazione di Roma'. Se desiderate continuare a seguirci, cliccate su 'Segui' in alto a sinistra'.

CASE A RISCATTO E MISURE PER EMERGENZA ALLOGGIATIVA

L’emergenza alloggiativa può e deve essere superata. La casa non può essere un privilegio. È necessario trovare soluzioni adeguate che diano risposte concrete e durature, non volte esclusivamente a gestire il momento rimandando il problema che prontamente si ripropone a distanza di qualche mese o di qualche isolato.

Risposte in grado di tutelare la dignità delle persone, iniziando dai cittadini che da anni attendono, purtroppo vanamente, di ottenere un alloggio dalle istituzioni. Sono convinta che una gestione sana del patrimonio comunale possa consentire di assegnare mille alloggi all’anno a chi è in graduatoria e ha diritto alla casa, invece delle attuali cento assegnazioni l’anno. Il mio programma per l’emergenza casa prevede che siano venduti alle famiglie in regola che li abitano 30.000 alloggi comunali: almeno il 90% di loro è pronto ad acquistarle, chi non può farlo resterà tranquillamente al suo posto. Con i soldi incassati e con quelli risparmiati dalle manutenzioni saranno costruiti nuovi alloggi o direttamente comprati sul mercato.

Ci sono quindi le condizioni ideali per reperire le case che mancano per dare alle migliaia di famiglie in difficoltà il tetto che meritano. E lo farò privilegiando il meccanismo della “casa a riscatto”: chi paga regolarmente l’affitto e ne cura la manutenzione, acquista gradualmente la proprietà, fino a riscattarla al termine del percorso.