A Roma il tema delle biciclette sembra essere limitato alle piste ciclabili e al varo di un bike sharing che finalmente funzioni. Chi usa le due ruote per spostarsi giornalmente ha altre priorità ed è ben lontano da questi argomenti. La prima necessità per coloro che percorrono grandi distanze èdi poter utilizzare mezzi pubblici sui quali salire con il proprio mezzo, la seconda è avere punti dove parcheggiarlo. L'idea della politica, più o meno verde, è di un ciclista sempre in viaggio ma in realtàla maggior parte dei cittadiniscegliedi pedalare per raggiungere il posto di lavoro, la scuola, l'università.

Luci e ombre del bike sharing

Le vicende del bike sharing romano ruotano, è il caso di dirlo, intorno ad un progetto commerciale e non a proposte orientate alla Tutela ambientale. Fu una società spagnola a proporre l'installazione dei punti di noleggio delle bici ma in questisi chiedevaanche la concessione di spazi pubblicitari. Diversi assessori e sindaci approvarono, molte associazioni invece contestarono l'iniziativa perché poteva portare a una deturpazione del paesaggio romano. La cosa non andò a buon fine nemmeno quando la gestione passò all'ATAC, anche per la poca affidabilità dei sistemi di sicurezza che ha portato alla scomparsa del 50% delle biciclette date a noleggio. L'ultima Giunta ha invece riproposto il bike sharing ampliandolo e immediatamente si sonoattivate le tanteiniziative indipendenti di noleggio che nelcorso di questi anni sono nate nella Capitale.

Il motto del primo municipio: liberiamo i pali

Eppure le amministrazioni di base avevano lavorato per incentivare l'uso delle bici. Il Primo Municipio, ad esempio, nel 2011 aveva approvato all'unanimità la mozione n. 36/2009del consigliere Fabrizio Sequi per il posizionamento di circa 60 punti di parcheggio solo nel Centro Storico in modo da evitare che le bici fossero legate al primo palo disponibile o a qualche statua ma non se ne fece nulla perché si sovrapponeva al piano del bike sharing previsto dal Comune.

Ubi maior.

Roma è tutta in salita

Insomma, l'idea che ilciclista èun ambientalista che fa una passeggiata e non ha né fretta né impegni è da rimuovere.Le persone sispostano per necessità conquesto mezzo di locomozione, sicuramente non inquinante e salutare,da un punto all'altro della città con mete precise, poi camminano. Infine, da non sottovalutare, Roma con i suoi sette colli e le sue settemila buchericorda a tutticheha tantestrade da gran premio della montagna eraramente offretappe per velocisti. Per una volta offriamo loro la possibilità di fermarsi a riprendere fiato e magari anche di andare a lavorare.