Da quasi trenta anni propongono con successo il repertorio spiritual gospel degli afroamericani a contatto con grandi vocalist quali Harold Bradley, Charlie Cannon, Joy Garrison ed ora Fatimah Provillon. Ed anche l'ultima stagione organizzata per le festività di fine d'anno non ha tradito le aspettative ed è stata anzi un crescendo di forti emozioni. Una stagione che ha riproposto l'ormai tradizionale binomio gospel e Natale all'insegna dell'accoglienza e della solidarietà come è nel Dna di questo gruppo vocale da sempre in prima linea contro ogni discriminazione.
Quattro i concerti organizzati con il contributo della Regione Lazio che ancora una volta ha voluto riconoscere la grande professionalità di questo coro.
Il gospel si rinnova
Accanto alla grande accoglienza in ogni appuntamento (il 15 dicembre a Roma all'ospedale San Giovanni Addolorata per il Gruppo Donatori di Sangue “Carla Sandri” Fidas, il 23 dicembre ad Anguillara sul lago di Bracciano su invito dell'amministrazione comunale, il 1° gennaio nella chiesa San Giovanni Battita di Manziana e il 5 gennaio alla chiesa Santa Maria del Prato per la comunità di disagiati mentali di Campagnano di Roma), il coro St John's Singers si è presentato al pubblico con un repertorio che ha unito a brani tradizionali, anche nuovi arrangiamenti di grande effetto e ben interpretati.
Strepitoso successo a Manziana per la straordinaria vocalità di Fatimah Provillon che si è unita al coro con entusiasmo.
Gospel è antidiscriminazione
Da sempre i brani che i St John's Singers propongono parlano di solidarietà ed accoglienza contro ogni tipo di discriminazione. Questo genere musicale affonda infatti le proprie radici nei canti degli schiavi tratti in catene dall'Africa all'Americhe e si sono tramandati fino ad ora veicolati dalle stupende voci di molti cantanti. Il coro che ha abbracciato con convinzione questo repertorio ne ha fatto uno strumento per lanciare per ogni dove un messaggio antidiscriminatorio a 360 gradi. Il coro ha infatti cantato in piazze, in teatri, ma anche nelle carceri, nelle chiese.
Ha lavorato per prestigiose organizzazione tra le quali l'Ambasciata Usa e l'Onu. Anche per questa stagione il numeroso pubblico intervenuto ai vari concerti ha potuto avvicinarsi ad un mondo musicale che accanto a splendidi ritmi propone anche spunti di riflessione sul rapporto con gli altri. Un messaggio che resta quanto mai universale salutato con favore anche dalla Santa Sede. Soddisfatta per l'accoglienza il cavaliere Adriana Rasi, presidente de Il Cantiere dell'Arte al quale fa capo il coro dei St John Singers. Nell'evento di chiusura ha ricordato la storia del coro e ha ringraziato la Regione Lazio per il contributo dato, "in un momento in cui - ha detto - l'associazionismo si trova in forte difficoltà". Archiviata con successo la stagione dei concerti 2018-2019 si preparano nuovi progetti.