L'ipotesi di una possibile trasmissibilità del morbo di Alzheimer apre nuovi, preoccupanti, scenari sulla malattia. Uno studio medico pubblicato sulla rivista 'Nature' e condotto da un gruppo di ricercatori della University College London, sembra aver trovato i fondamenti necessari per sostenere questa preoccupante teoria. Analizzando il morbo di Creutzfeldt-Jacob e le proteine prioniche, i dottori hanno effettuato una serie di autopsie su alcuni pazienti affetti dalla malattia da prioni, trovando delle interessanti analogie.

Gli inizi dello studio

Va sottolineato, però, che il tipo di contagio inteso dai ricercatori non deriva da un contatto diretto con una persona affetta. Questo, infatti, potrebbe verificarsi soltanto tramite rare procedure mediche, come il trapianto di cornea o delicati interventi neurochirurgici. Nello studio dell'Alzheimer, i dottori britannici si sono trovati a fare i conti con una malattia simile e ugualmente destabilizzante: il morbo di Creutzfeldt-Jacob. Esattamente come la prima, anche questa condizione porta progressivamente alla demenza, ma colpisce solanto una persona su un milione. Questa patologia deriva da alcune modificazioni nel cervello causate dai prioni, proteine “infettive” che inducono cambiamenti di forma anche nelle proteine normali e provocano la morte dei neuroni.

Cure ormonali pericolose

Una delle cause accertate della trasmissione di questo morbo è stata l'utilizzo di un ormone della crescita contaminato che, fino al 1985, veniva estratto dall'ipofisi dei cadaveri. Ad oggi, infatti, più di 200 persone in tutto il mondo si sono ammalate per via delle cure ormonali ricevute da bambini, in quanto diversi lotti sono stati contaminati dai prioni all’origine del morbo di Creutzfeldt-Jacob. I ricercatori della University College London hanno condotto delle autopsie su 8 di questi pazienti e, oltre ai cambiamenti tipici del morbo di Creutzfeldt-Jacob, hanno riscontrato anche i segni caratteristici del morbo di Alzheimer. I dottori, adesso, stanno pensando ad una possibile trasmissione di proteine beta-amiloidi “mutate”, appartenenti allo stesso tipo di quello che ha causato la malattia da prioni.

Secondo gli ultimi esperimenti condotti sui topi, infatti, queste proteine si comportano esattamente come i prioni e causano gli stessi accumuli di placche presenti nel morbo di Alzheimer. Soltanto delle future ricerche, però, potranno dirci con sicurezza se i beta-amiloidi sono i principali responsabili di entrambe le malattie oppure no.