Anche il più tradizionalista dei grandi giri del Ciclismo internazionale, la Vuelta Espana, sta cedendo al richiamo economico delle partenze dall’estero. Mentre si è appena messa in moto l’edizione 2015, il direttore dell’organizzazione Javier Guillen ha già in mente numerosi progetti per il futuro della sua corsa.
La prima in Gran Bretagna?
Guillen ha rivelato che la Vuelta Espana gode di ottima salute e che le richieste per ospitare le tappe sono sempre più numerose.
Molte arrivano dall’estero e Guillen è pronto ad aprire a questa novità. In lizza per ospitare una delle prossime partenze della Vuelta Espana ci sono paesi tradizionali come Olanda e Belgio, ma anche la Gran Bretagna, desiderosa di ripetere presto con la corsa spagnola il grande successo ottenuto con la partenza del Tour de France dello scorso anno.
Guillen ha anche spiegato come le difficoltà economiche della Spagna non stiano incidendo sull’organizzazione della corsa, perché i minori introiti dagli enti locali sono stati compensati dalle maggiori entrate ottenute con la vendita dei diritti televisivi all’estero.
“Abbiamo 350 milioni di spettatori, esattamente come il Giro d’Italia” ha rivelato il direttore dell’organizzazione della corsa spagnola.
Vuelta Espana, la corsa più nazionalista
Tra i tre grandi giri a tappe la Vuelta Espana è certamente la più nazionalista. Solo per due volte la corsa è iniziata fuori dalla Spagna. La prima fu nel 1997 in Portogallo, a Lisbona, per celebrare l’Expo che si sarebbe tenuto l’anno successivo nella città lusitana. L’unica volta che la Vuelta Espana è partita fuori dalla penisola iberica è stato nel 2009, quando la corsa scattò dall’Olanda con un cronoprologo vinto da Fabian Cancellara sul circuito automobilistico di Assen. La corsa rimase per ben quattro giorni tra Olanda e Belgio.
Le tappe andarono a Gerald Ciolek, Greg Henderson e Andrè Greipel, con Cancellara sempre in maglia di leader. Quella Vuelta Espana sarà poi vinta da Alejandro Valverde davanti a Samuel Sanchez e Cadel Evans.