Sono passate solo poche ore dalla giornata trionfale che ha decretato definitivamente l’ingresso di Adriano Malori tra i grandi delle prove a cronometro. La medaglia d’argento ai Mondiali di ciclismo di Richmond, a soli 9’’ dal Vasili Kiryienka, è un riconoscimento alla crescita costante di questo ragazzo parmense che ha sempre creduto nel suo progetto di arrivare tra i più forti corridori al mondo nella difficile disciplina della cronometro.

Dal titolo under 23 conquistato a Varese nel 2008 la strada è stata lunga, con passaggi delicati nell’approdo al mondo del professionismo, in cui ha conosciuto anche molti bassi oltre a qualche successo. 

Malori: nel 2016 una crono su misura 

La mentalità di Malori è tornata anche nelle parole del dopo corsa. Poche ore dopo si pensa già al futuro, al nuovo traguardo da raggiungere, perché la medaglia d’argento deve essere interpretato come un altro scalino intermedio. “Ho fatto un bel progresso dal sesto posto dello scorso anno, e nel 2016 ci sarà una cronometro adatta alle mie caratteristiche” ha spiegato Malori pensando al Mondiale che tra un anno si terrà in Qatar, dove non ci saranno salite e strappi ma solo pianura e vento. 

Intanto però si può festeggiare un traguardo davvero eccezionale, non scalfito dalle assenze di Cancellara e Wiggins e dalla giornata no di Tony Martin.

Malori ha ormai raggiunto i vertici della specialità, ha vinto crono alla Vuelta Espana, alla Tirreno Adriatico, battendo almeno una volta tutti i grandi. “Sono partito regolare ed ho tenuto un ritmo costante fino al termine, penso sia stato questo il segreto” ha spiegato Malori. 

Quanta Italia nell’argento di Malori? 

La medaglia d’argento di Adriano Malori nella cronometro dei Mondiali di ciclismo è un risultato che inorgoglisce tutto il movimento italiano. Una medaglia mondiale in questa disciplina mancava dal 1994, quando la crono era all’esordio nella rassegna iridata. Allora fu Andrea Chiurato a conquistare l’argento dietro al britannico Chris Boardman. “Per il nostro movimento è una giornata da ricordare” così il Ct Cassani ha espresso tutta la sua gioia.

Ma quanta Italia c’è veramente in questa medaglia? Non moltissima a dire la verità. Adriano Malori per fare il vero salto di qualità a livello internazionale ha dovuto emigrare in una squadra straniera, la spagnola Movistar. Nella squadra iberica ha trovato una vera scuola della crono in cui ha potuto affinare le sue qualità, cosa che nelle squadre italiane non sarebbe stata possibile. Una situazione che dovrebbe far riflettere.