Carmelo anthony riesce finalmente nel suo intento: lasciare i Knicks e approdare in un nuovo “super team”. Dopo un’estate alquanto turbolenta l’ala piccola - scelta alla 3 dai Denver Nuggets nel Draft ’03 - ottiene la tanto agognata cessione. Ieri infatti si è ultimata la trade tra i Knicks e i thunder: i N.Y. Knicks ottengono Enes Kanter, Doug McDermott e la scelta di Chicago al secondo giro 2018; Okc accoglie invece il fenomeno newyorkese.

Melo aveva una no-trade-clause, ossia la possibilità di veto sulle trade che New York poteva imbastire con squadre che non rientravano nell’orbita Anthony. Nel momento in cui la dirigenza newyorkese ha informato il giocatore dell’impossibilità di approdare ai Rockets - meta principale indicata da Melo, visto la presenza di Harden e Chris Paul - Carmelo si è visto “costretto” ad ampliare la lista di squadre gradite, con l’aggiunta dei Cavaliers dell’amico LeBron, i Blazers del duo Lillard-McCollum e i Thunder.

I 'big three' di Oklahoma e la ricostruzione dei Knicks

E i Thunder - guidati da Russell Westbrook, MVP della scorsa stagione visto la “tripla-doppia” di media - sono riusciti a piazzare il colpo.

Già in estate si sono mossi molto bene visto l’aggiunta inaspettata di Paul George, ex Pacers. Il general manager di Okc, Sam Presti, è andato però oltre, rendendo i Thunder un nuovo super team della Western Conference: Westbrook, George e Melo. Dopo i “big-three” targati 2010-11 - Durant, Westbrook e Harden, capaci di raggiungere le Finals NBA (poi perse però 4a1 contro gli Heat di LBJ) - i Thunder formano così un nuovo trio, che promette battaglia ad una Conference dominata, negli ultimi anni, dai Warriors (guidati proprio dall’ex Okc, Kevin Durant).

A New York invece questo addio significa principalmente una cosa: avviare la definitiva ricostruzione della squadra attorno alla stella lettone Kristaps Porzingis.

Non sarà facile visto la “pochezza” generale del roster, il quale ha visto l’entrata in scena - direttamente dal draft - della point guard Frank Ntilikina, francese ex Strasburgo, e di Tim Hardaway Jr (il suo è un ritorno visto la parentesi agli Hawks).

Una sessione di mercato scoppiettante

Il trasferimento di Melo si aggiunge ai tanti (e grandi) movimenti che ci sono stati in questa sessione di mercato. A parte infatti il clamoroso scambio tra le due principali potenze della Eastern Conference, Cavs e Celtics, che ha portato Irving a Boston e Isaiah Thomas (più Joel Crowder, Ante Zizic, la prima scelta del 2018 e la seconda scelta del 2020) ai Cavaliers, ecco quali sono state le altre e principali operazioni: Gordon Hayward ai Celtics; Chris Paul ai Rockets; Paul George, Patrick Patterson e Raymond Felton ai Thunder; Jimmy Butler, Jeff Teague, Taj Gibson e Jamal Crawford ai Timberwolves; Dwight Howard agli Hornets; J.J.

Redick ai 76ers; Paul Millsap ai Nuggets; Gallinari e Teodosic ai Clippers; Zach Randolph, George Hill e Vince Carter ai Kings; Rudy Gay agli Spurs; Avery Bradley ai Pistons; Rajon Rondo ai Pelicans; Derrick Rose ai Cavs; Ricky Rubio ai Jazz. A queste grandi manovre però si aggiunge un vero capolavoro: la conferma in blocco del roster da parte dei campioni in carica, i Warriors.

Forse resta ancora un ultimo tassello e il puzzle potrà dirsi veramente completato: che fine farà Dwyane Wade? Si parla infatti della possibilità di un buyout dai Bulls, ossia un accordo tra la squadra e il giocatore per terminare il contratto in maniera consensuale. Il mercato NBA ancora non è finito.