Peter Sagan entra ancora di più nella storia del Ciclismo. Il fuoriclasse slovacco si è tenuta stretta la sua maglia iridata vincendo il Mondiale per il terzo anno consecutivo, un’impresa mai riuscita a nessun altro nella storia del ciclismo. La corsa sul tracciato di Bergen si è accesa davvero solo nell’ultimo giro, quando Alaphilippe e Moscon hanno dato l’illusione di poter anticipare la volata. Ma nel finale la situazione si è ricompattata con una trentina di corridori che si sono giocati il titolo e Sagan che ha rimontato Kristoff.

Mondiali, Wellens prova da lontano

La corsa più attesa dei Mondiali di ciclismo, quella in linea riservata ai professionisti, ha trovato una bella giornata senza né pioggia né vento. Subito si sono avvantaggiati una decina di corridori, tra cui Amador, che hanno guidato le fasi iniziali e centrali della gara. Poi il Belgio ha messo davanti Vermote per ridurre il distacco e a circa 80 km dall’arrivo l’azione è stata definitivamente annullata. Da una serie di scatti è partito un interessante attacco che ha dato il via alla corsa vera e propria. A iniziarlo è stato un affondo di Tim Wellens, una delle seconde punte del Belgio, la nazionale sulla carta più forte. Con il fiammingo si sono inseriti tra gli altri anche De Marchi, De La Cruz, Boom e Pantano.

La Francia, rimasta fuori dalla fuga, è stata costretta a spendere diversi uomini per non far aumentare il vantaggio oltre una quarantina di secondi, con Ulissi nelle prime posizioni a tenere sotto controllo tutti i movimenti sulla salita. La situazione si è rimescolata nel penultimo giro, quando Tom Dumoulin ha tentato di fare selezione con Bettiol molto reattivo alle sue spalle.

Gli azzurri sono però sempre rimasti sulle ruote senza mai rilanciare e favorire nessun contrattacco, una scelta che alla fine non ha pagato.

Alaphilippe e Moscon sognano, ma è volata

All’inizio dell’ultimo giro così la situazione si è ripresentata con i tentativi di Wellens e Dumoulin ormai annullati e il gruppo compatto ed ancora molto folto.

L’ultimo passaggio sulla salita di Salmon Hill ha fatto finalmente scoprire tutte le carte. Il Belgio non è riuscito a proporre l’azione risolutiva che ci si aspettava, ed anzi è stato Julian Alaphilippe a scattare in maniera decisa. Dietro al francese solo Gianni Moscon ha trovato le energie per reagire e riportarsi in scia allo scollinamento, mentre Gilbert non ha retto al cambio di passo.

I 10 km dalla cima della salita al traguardo si sono però rivelati troppo lunghi per la coppia al comando. Sull’ultimo cambio di pendenza in pavè Moscon è andato in affanno, proprio mentre un problema tecnico ha tolto a tutti le immagini tv.

Così all’ultimo chilometro ripreso con le telecamere fisse il gruppo si è presentato ricompattato ad una trentina di corridori. Kristoff ha preso davanti lo sprint, nella sua solita volata lunghissima. Peter Sagan, fin lì sempre nascosto, è riuscito ad affiancarlo e proprio sul colpo di reni l’ha passato per una manciata di centimetri. Terzo posto, a grande distanza, per Michael Matthews, poi Matteo Trentin primo degli azzurri, Swift, Van Avermaet, Albasini e Gaviria.