È stata una delle vittorie più belle, sicuramente la più inattesa nella lunga e gloriosa carriera di Vincenzo Nibali. Il campione siciliano è riuscito a mettere le mani sulla Milano-Sanremo 2018, la classica destinata ai velocisti e agli specialisti puri delle corse di un giorno; lui che invece viene dai grandi giri e dalle montagne, il mondo opposto rispetto a quello dei Sagan e dei Van Avermaet.
In un Ciclismo come quello contemporaneo in cui la specializzazione la fa da padrona, la vittoria di Nibali ha assunto un significato storico, regalando un’impresa dal sapore antico, alla maniera dei campioni di una volta che vincevano ovunque.
Nibali: ‘Tutto inaspettato’
Lo stesso Vincenzo Nibali nel dopo corsa, nella consueta conferenza stampa, non ha nascosto l’incredulità per questa vittoria che nessuno aveva pronosticato alla vigilia. “Non capisco cosa sia successo, poiché è stato tutto inaspettato” ha dichiarato il capitano del Team Bahrain Merida prima di ricostruire i momenti decisivi della corsa.
“Quando il campione lettone Neilands ha attaccato mi ha chiesto di collaborare. Quando avevamo 20 secondi ho deciso di continuare l’attacco. Nella parte superiore del Poggio ho accelerato e poi ho proseguito” ha aggiunto Nibali.
Dietro però la rincorsa è andata a strappi, con Sagan, Kwiatkowski e Matthews che si sono controllati rischiando di perdere la corsa e autoeliminarsi pur di non favorire l’avversario. Trentin ha provato ad allungare in discesa, ma non è riuscito a riagganciarsi e Nibali è così arrivato sull’Aurelia con ancora una manciata di secondi, un vantaggio decisivo nonostante il disperato tentativo della Quickstep che poi non ha portato neanche ad un piazzamento per la squadra belga.
“Negli ultimi 50 metri sapevo di aver vinto ... ho fatto in modo di assaporare la vittoria” ha raccontato il campione del Team Bahrain.
‘Sagan non mi ha risposto’
Nibali ha poi spiegato che in realtà la strategia del Team Bahrain Merida doveva privilegiare più Sonny Colbrelli che lui. Il suo ruolo doveva essere quello del corridore in grado di inserirsi in un attacco dei vari Sagan o Kwiatkowski nel finale di corsa, una tattica che poi è stata ribaltata dalle sensazioni della corsa: “Il mio ruolo oggi era di stopper per Colbrelli” ha confidato Nibali, che ha avuto qualche sentore di debolezza e di inquietudine in Peter Sagan, uno dei corridori su cui si sarebbe dovuto muovere. “Sono molto amico di Sagan. Gli ho detto ‘Cosa fai, aspetti la volata’? Lui non mi ha risposto ... Volevo capire cosa stava facendo Peter” ha concluso Nibali.