La normativa su tributi e tasse diventa sempre più una selva oscura, con continue novità anche linguistiche. In questi giorni ho ricordato a mio figlio di calcolare la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili) sulla prima casa e di effettuare il relativo versamento entro il 16 giugno prossimo: mi ha risposto che la aveva già pagata con il bollettino ricevuto dal Comune. Si sbagliava, aveva pagato evidentemente la TARI (Tassa sui rifiuti), per la quale i Comuni hanno inviato una comunicazione, allegando i bollettini di versamento rateali o in unica soluzione, mentre per la TASI e l'IMU (Imposta municipale unica o propria), sebbene vi siano tenuti, i Comuni non inviano di solito alcun bollettino precompilato.

Pare che non abbiano tutti i dati a disposizione.

Come districarsi?

In barba alla semplificazione amministrativa, oltre al taglio sulle pensioni, per fare cassa, è stata istituita la IUC (Imposta unica comunale). Una specie di mostro dalle tre teste:

  • TARI, la tassa sulla spazzatura che si paga a seguito della ricezione dei bollettini da parte dei Comuni. Si può effettuare anche il pagamento tramite bonifico
  • TASI, imposta sulla prima casa, con qualche eccezione per immobili particolari, e in una certa percentuale su ulteriori immobili in aggiunta all'IMU
  • IMU, imposta sulle case tenute a disposizione o locate, nonché sui terreni.

Il 16 giugno prossimo scade il termine per il versamento dell'acconto del pagamento della tassa sulla prima casa (TASI), sugli immobili tenuti a disposizione o locati, nonché sui terreni agricoli che non rientrano tra quelli esenti in tutto o in parte (IMU).

I Comuni, con poche eccezioni, non hanno inviato il bollettino precompilato, come per la tassa sui rifiuti (TARI), quindi bisogna attrezzarsi a calcolare il dovuto magari ricorrendo a un Commercialista o a un CAF che ovviamente, per quanto sperimentato, effettuano il servizio a pagamento o richiedendo l'iscrizione al sindacato.

Se si desidera evitare perdite di tempo e un ulteriore spesa, possiamo provare a calcolare da soli quanto dovuto e compilare il modello F24 tramite il quale pagare il tributo presso uno sportello bancario o postale. V'è anche la possibilità di pagare per via telematica per chi ha un conto corrente e l'accesso a una procedura telematica che gli istituti di credito mettono a disposizione.

Quanto si paga?

Manco a dirlo le aliquote di calcolo sono diverse da Comune a Comune. Per la prima casa v'è un'ulteriore complicazione perchè i regolamenti di alcuni comuni prevedono detrazioni generalmente rapportate al valore catastale della casa ed anche alla presenza di figli.

Per il 2015 le aliquote e le detrazioni possono essere modificate e circa duemila Comuni, su oltre ottomila, hanno provveduto alla modifica dei regolamenti del 2014. Quindi il primo passo da fare è quello di informarsi su eventuali modifiche. I regolamenti sono pubblicati nei siti telematici dei Comuni e nel sito del MEF, Dipartimento delle finanze.

In ogni caso, chi paga con le aliquote del 2014 potrà effettuare i conguagli con il saldo.

Procedure di calcolo

Nei siti dei Comuni è presente la procedura con la quale si può calcolare il dovuto sia sugli immobili sia sui terreni. La procedura riporta anche le aliquote e i Comuni per i quali hanno la esenzione, parziale o totale, dell'IMU sui terreni. Per il calcolo occorre conoscere solo la rendita catastale non rivalutata che si può reperire anche attraverso il sito dei Comuni.

La procedura emette il report di calcolo, che è bene conservare, e il modello F24 compilato (si consiglia di utilizzare quello semplificato).