La legge Fornero non verrà cancellata, come promesso nella campagna elettorale dai "Dioscuri" Salvini-Di Maio: non verrà toccato il calcolo contributivo dei contributi versati dopo la Fornero, non verrà rimosso il meccanismo che aumenta in automatico i requisiti di accesso alla pensione con l’aumentare della speranza di vita, non verrà abbassata l'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia, non si toccano i coefficienti di liquidazione e i requisiti contributivi minimi.

Di cosa ci sarebbe stato bisogno

I MaiSalvi non si avventurano nemmeno in un ridisegno del nostro sistema a ripartizione, messo in crisi dell’andamento demografico e dall'innalzamento dell’aspettativa di vita in tutti i Paesi sviluppati.

Ci vorrebbe ben altra statura, altra scorza per un intervento strutturale. Sarebbe opportuno armonizzare norme che si sono stratificate nel tempo, come l’incidenza dei redditi sulle provvidenze assistenziali (ora si tiene conto del reddito personale, ora di quello familiare; in alcuni casi incide il reddito della casa di abitazione in altri è irrilevante). Anche l’istituto delle Pensioni ai superstiti andrebbe rivisto, per le sue implicazioni assistenziali e le strumentalizzazioni legate anche all'immigrazione. I baldi giovani non hanno poi nemmeno lontanamente pensato di rivedere la governance duale dell’Inps. I tanti Comitati centrali e periferici, che non hanno più ragion d’essere e sono fonte di sprechi: con l'unificazione della normativa relativa a finanziamenti e sistemi di liquidazione, infatti, vengono meno i motivi che giustificavano gestioni diversificate e relativi Comitati.

Anche i Comitati provinciali si sono dimostrati inefficaci nella gestione del contenzioso amministrativo, stante la mole del contenzioso giudiziario.

La proposta sbagliata del nascituro governo

I populisti hanno pensato a qualcosa di più immediatamente percepibile, di più luminoso ed accecante: la reintroduzione delle quote ovvero delle pensioni di anzianità.

Si potrà andare in pensione se si raggiunge quota 100 sommando contributi ed età anagrafica o se si possiedono 41 anni di contributi.

Questo intervento non cancella, non supera ma scalfisce soltanto la legge Fornero, fa un passo indietro con l’introduzione di un istituto superato. Soprattutto non tiene conto degli interventi già operati dai precedenti governi sui lavoratori precoci e soggetti a lavori usuranti e gravosi.

La proposta favorisce il Nord e i colletti bianchi

Nei fatti questa mini riforma, proposta da 5Stelle e Lega, finirebbe per favorire il Nord e i colletti bianchi. Questi pivellini della politica dovrebbero sapere che le tipologie di pensione rispecchiano la struttura socioeconomica del Paese. Analizzando i dati INPS, si rileva che l'Istituto di previdenza eroga mensilmente circa 4 milioni di pensioni di anzianità e di queste 2.400.000, pari al 65%, sono erogate al Nord. Delle rimanenti il 18,1% è pagato al Centro, il 17,7% al Sud. Da questi dati appare chiaro che questo tipo di pensioni riguarda soprattutto il Nord.

Alla stessa considerazione si perviene se si analizzano i dati di liquidazione del 2017:

  • pensioni di vecchiaia con decorrenza 2017: Nord, 20.982, Centro, 10.697, Sud-Isole, 22.083
  • pensioni di anzianità/anticipate con decorrenza 2017: Nord, 63.756, Centro, 16.379, Sud-Isole,14.511.

La proposta assorbe i precedenti interventi

Agire solo sulle quote (pensioni di anzianità) è oneroso, ingiusto e discriminatorio (e non solo dal punto di vista geografico).

Oltre a favorire il Nord, infatti, si finisce per parificare tutti i tipi di lavoratori, che le precedenti riforme avevano cercato di differenziare in base all'inizio della attività lavorativa (lavori precoci), alla tipologia di lavoro (lavori usuranti, gravosi) e alla situazione personale (disoccupati, cassintegrati). Questo modo di procedere, specialmente in un periodo di vacche magre, è sbagliato e crea ulteriore confusione e ingiustizie. Non si tratta solo di un problema economico, pure rilevante, ma della natura stessa di un sistema previdenziale che la stratificazione delle norme rendono sempre più farraginoso, insostenibile e iniquo.