A partire dal 27 dicembre 2013 è stata introdotta una tassa "unica" sui rifiuti che è andata a sostituire le vecchie TIA, TARSU e TARES che rappresentavano dei pagamenti da versare sia per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sia per il tributo comunale che per l'igiene ambientale. Da quel momento, quasi tutti hanno creduto nella positività di questa azione, soprattutto da quando una sola tassa è riuscita ad abolirne tre considerate quasi inutili; ma proprio da quel momento sono iniziate le vere e proprie problematiche ai danni del cittadino.

Questi problemi sono stati resi possibili da un calcolo errato della Tari, ovvero della tassa riguardante la gestione dei rifiuti nei comuni italiani, che ha permesso a molti comuni di ricevere pagamenti addirittura raddoppiati. In parole povere, i cittadini malcapitati di questi determinati comuni, si sono ritrovati a sborsare cifre esorbitanti per una tassa che sarebbe dovuta costare la metà, ovviamente il tutto a loro insaputa. Sembrerebbe che nessuno, fino ad ora, si sia mai interessato di quanto stava accadendo e che i comuni abbiano continuato ad imporre una tassa mal calcolata. Ad accorgersi di "qualcosa di strano" è stato il deputato del movimento cinque stelle, Giuseppe L'Abbate, che ha provveduto ad avviare le opportune analisi nel tentativo di poter sistemare la situazione.

Dove sta l'errore che ha gonfiato la tassa?

L'errore, secondo quanto riscontrato dal deputato L'Abbate, starebbe all'interno di quel calcolo della quota variabile della tassa sui rifiuti. La quota variabile, secondo la legge, fa riferimento al numero di inquilini presenti all'interno dei vari immobili, ma fino ad ora è stata applicata non una singola volta, bensì tante volte per quante erano le "pertinenze" all'interno dell'immobile, ovvero era stata calcolata anche l'eventuale presenza di garage e cantine. In parole povere, chi avrebbe dovuto pagare la bolletta una singola volta (quindi in riferimento alla cubatura della propria abitazione) si è ritrovato a pagare più supplementi per quante erano le "pertinenze" dell'abitazione, ritrovandosi così una bolletta quasi interamente raddoppiata.

Ci sarà un eventuale rimborso?

Purtroppo, almeno per il momento, non è possibile sapere quanti cittadini hanno pagato una tassa raddoppiata e per quanto tempo, così come non è possibile riuscire a risalire alla cifra che le vittime sono state costrette a pagare, ma secondo fonti certe è già stata presentata una campagna per aiutare i cittadini a richiedere un eventuale rimborso su quelle spese pagate ingiustamente. Quindi, per adesso, l'unica opzione plausibile è quella di attendere ulteriori informazioni ufficiali.