Presentato a Bruxelles il nuovo robottino Asimo della Honda, praticamente l'umanoide meccanico più evoluto che abbiamo. Dalle foto non si direbbe, ma la sua altezza (un metro e trenta) non è quella che uno si aspetterebbe da un robot. E' piccolo, come un bambino, e non ha la capacità del bambino per molte altre cose, ma siamo ancora agli inizi con l'intelligenza artificiale seppure abbia l'abilità di mettere in pratica scelte autonome.

In effetti il nuovo modello è sempre più veloce ed agile, sicuramente una buona partenza, seppure in ritardo sulle aspettative rispetto la creazione di un essere meccanico intelligente. Per il momento riesce a riconoscere i volti e le voci delle persone che ha intorno, anche se interagiscono con lui contemporaneamente. Sembrerebbe, in ordine cronologico, il passo successivo alla prima risoluzione del test di Turing relativo all'intelligenza artificiale, di poche settimane fa.

Rispetto al modello precedente può correre più velocemente (9 chilometri orari rispetto ai 6), anche all'indietro, può saltellare su una gamba sola e saltare, intuire la direzione di chi gli sta venendo incontro e modificare la sua traiettoria per evitare scontri.

Molto meglio di un umano che sta chattando in strada col suo smartphone.

Le sue mani sono evolutissime, al punto che i suoi sensori di tatto riescono a guidarlo, con l'ausilio dei sensori ottici (leggasi occhi) al punto tale che può svitare i tappi delle bottiglie e riempirsi un bicchiere di cartoncino tenuto in una mano, versando il liquido con l'altra. La prima presentazione europea della marca giapponese ha ampiamente dimostrato l'evoluzione di un essere meccanico che non avrebbe altre velleità, secondo quanto annunciato dall'ingegnere responsabile del progetto Satoshi Shigemi, se non quella (per ora) di essere d'ausilio alle persone non autosufficienti. Praticamente un badante robotizzato. Possiamo ancora stare tranquilli: non ci saranno ancora ribellioni da parte degli androidi, come preannuncia la fantascienza, almeno per molti, molti anni.