Bitcoin ondeggia a quota 9000 dollari e intanto le grandi compagnie iniziano a tutelarsi contro le cryptocurrency.

Le ragioni degli attriti

A gennaio 2018 Facebook, seguito a ruota libera da Google, aveva già deciso di eliminare ogni inserto pubblicitario che sponsorizzasse i prodotti dell’universo cripto. Ogni riferimento alle ICO (Initial Coin Offer, è la tipologia di azienda che lavora sulle valute digitali) è stato espunto dal social network di Mark Zuckerberg e Google si aggiunge all’iniziativa, con un provvedimento che entrerà in vigore a giugno.

Il 3 aprile 2018 arriva la notizia che Chrome, il browser di Menlo Park, bloccherà qualsiasi estensione che “mina”, ossia produce, le criptovalute. Fino ad oggi l’utente, se informato, poteva liberamente scegliere di aggiungere questi sistemi al suo browser, ma negli ultimi mesi il fenomeno è esploso e sempre più spesso estensioni apparentemente innocue operano a dispetto dell’utilizzatore.

Cos'è il blockchain

La tecnologia blockchain infatti richiede una potenza di calcolo sempre maggiore: ogni moneta minata allunga la catena, appunto, di un blocco. Ogni blocco è un insieme di codici cifrati che consentono da un lato la riservatezza delle informazioni e dall’altro la sicurezza della non clonazione della valuta.

Secondo i calcoli di PowerCompare, piattaforma britannica, il consumo di energia del 2017 per produrre monete virtuali ha eguagliato il consumo dell’intero stato dell’Irlanda.

Google difende la sua iniziativa con le parole di James Wagner, manager della piattaforma Extension: “il 90% delle estensioni con script per minare” dice “non rispettano questi criteri”. La scelta appare inevitabile: i chip dei cellulari e dei computer vengono rallentati enormemente dall’attività degli script nascosti, esponendo l’utente a numerosi rischi. Da giugno quindi, tutte le estensioni con riferimenti alla tecnologia blockchain saranno rimossi dallo Store.

I problemi non finiscono qua. Molti commentatori, infatti, notano che il “rischio” di questa tecnologia è stato creato artificialmente.

Le sfere dell’economia e della finanza tradizionali non stanno a guardare. Il meccanismo blockchain potrà garantire la sicurezza e riservatezza che le banche e gli stati cercano da sempre: UbiBanca, Unicredit, BancaSella, sono solo alcune delle banche che, in Italia, hanno attivato gruppi di ricerca per comprendere come utilizzare in modo trasparente una possibilità che per ora è nuova. Viene lasciata altalenare nel mondo esterno, come le fluttuazioni di Bitcoin, prima di venire incapsulata nei canali regolamentati e legalizzati.