Wind e Tre Italia non hanno fatto eccezione. In molti ricordano come qualche mese fa, ad un certo punto, fosse diventata una moda diffusa degli erogatori di abbonamenti ridurre il "mese" a 28 giorni. Molte volte ci si è trovati di fronte a cartelli promozionali che millantavano tariffe mensili ma che, in realtà, facevano si che nel computo di un anno si pagasse praticamente una mensilità in più.
Un dato che sfuggiva al consumatore meno attento, ma non all'occhio dell'Agcm che ha provveduto a diffidare più volte gli operatori. La situazione di Wind e Tre, tuttavia, va valutata nel dettaglio, prima di conoscere modi e tempi dei rimborsi.
L'escamotage degli operatori
L'imposizione arrivata dall'alto aveva obbligato i vari operatori a tramutare tutte le loro offerte in tariffe a scadenza che fosse realmente mensile. Di fatto l'escamotage utilizzato era rappresentato dal fatto che tutte le soglie e i costi siano state ampliate in maniera proporzionale da quattro settimane a trenta giorni. E' questo il reale motivo per il quale oggi in molti si trovano offerte a costi strani, tipo 10,86 euro.
Wind e Tre, come praticamente tutti gli altri, avevano scelto questa strada, in maniera tale da recuperare la perdita della tredicesima mensilità che veniva recuperata facendo scattare la tariffazione ogni 28 giorni. Si trattava, dunque, di un vero e proprio aggiramento della legge n.172 del 4 dicembre 2017 non gradito dall'Agcm che ha invitato Tre Italia e Wind a rivedere la procedura attuale ed eventualmente a rivedere il proprio listino prezzi in maniera più chiara.
Wind e Tre: ecco la modalità dei rimborsi
La scelta di Wind e Tre è quella di diminuire gli aumenti dall'8,6% all'8,3%. I clienti Wind, dunque, riceveranno un rimborso entro il 2 maggio per le offerte che si sono rinnovate tra il 3 aprile ed il 15 dicembre 2018.
La cifra che sarà accreditata sul conto telefonico è di 10 centesimi, con arrotondamento a favore del cliente. Più ampia, invece, la forbice scelta da Tre che effettuerà un rimborso per tutti i piani o promozioni che si sono rinnovati tra il 24 marzo ed il 15 aprile. Non una grande cifra ovviamente, ma che può rappresentare un atto di giustizia nei confronti della clientela e che allo stesso tempo certifica il fatto che a vigilare sui consumatori ci siano degli enti che tutelano anche quelli più disattenti. C'è da giurare però che presto ci sarà una prossima puntata dell'eterna disputa tra Agcm e operatori telefonici.