Wind Tre, tim e vodafone sono finiti ancora una volta al centro dell'attenzione pubblica. Dopo la salata multa alle compagnie telefoniche avvenuta alcuni mesi fa per la fatturazione a 28 giorni anziché i normali 30 stabiliti per legge, arriva una nuova sanzione per i colossi della telefonia mobile. Questa volta le telco sono state accusate di comportamenti scorretti nei confronti dei propri clienti per quanto riguarda la richiesta di denaro, minacciando gli stessi di iscriverli al registro dei morosi se i pagamenti richiesti non venivano saldati.
Multa salata
Ancora una volta Wind Tre, Tim e Vodafone dovranno pagare per aver compiuto azioni inadeguate nei confronti della clientela. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha rivelato che le società sopra citate avrebbero inviato delle lettere a clienti presunti morosi, invitandoli in maniera piuttosto aggressiva al pagamento, pena l'iscrizione del proprio nominativo alla banca dati denominata S.I.Mo.I.Tel. Partendo dal presupposto che quest'ultima non è ancora attiva, l'unico scopo di Wind Tre, Tim e Vodafone è stato reputato quello di indurre i clienti al pagamento anche per vie traverse.
L'Antitrust ha, inoltre, precisato che queste lettere sarebbero dovute essere inviate solo ai morosi intenzionali e non a quelli che avevano tutti i requisiti per fare opposizione contestando l'inesattezza delle somme di denaro richieste.
Azioni scorrette da parte delle compagnie telefoniche
Inviando le lettere in questione anche a coloro a cui la fondatezza di eventuali debiti era contestabile, le tre compagnie telefoniche hanno indotto tutti i clienti a pagare indistintamente. Minacciando l'iscrizione al registro morosi, molti clienti hanno preferito pagare piuttosto che andare incontro a problemi. L'azione delle compagnie è stata però ritenuta altamente scorretta, perché non è consentito far uso di uno 'strumento' ritenuto come il garante dei morosi intenzionali che, tra l'altro, non è attivo attualmente.
Inoltre, i probabili debitori sono stati 'spinti' a pagare a prescindere dalla veridicità del loro debito. Tim, Vodafone e Wind Tre infatti, hanno portato i clienti a pensare che era preferibile pagare in maniera tempestiva il debito per non essere iscritti come morosi alla banca dati da loro citata e dunque, in questo modo, non poter più concludere altri contratti con gli operatori telefonici.