Dopo ben 27 stagioni dei Simpson, nota sit-com americana incentrata sulle vicende dell'omonima famiglia creata da Matt Groening nel 1987 per la Fox Broadcasting Company, Waylon Smithers - il noto galoppino del megalomane Mr. Burns - ha dichiarato apertamente la propria omosessualità. È accaduto nella puntata di domenica 3 aprile, andata in onda in America.
L'episodio è stato curato dallo sceneggiatore Rob LaZebnik, il quale ha rivelato che già da diverso tempo voleva inserire il coming out del suddetto personaggio, e solo dopo qualche tentennamento è andata in onda la puntata nella quale Smithers ha potuto dichiararsi apertamente e liberamente.
Tra i fan era già nota la sua debolezza per il capo, Mr. Burns che, accecato dal suo egoismo, non è mai stato in grado di intuire l'interesse che il suo assistente ha da sempre nutrito nei suoi confronti. Tutto comincia con una lucida riflessione di Waylon Smithers, ormai tristemente consapevole dell'inutilità di dover lavorare per un uomo che non è mai stato in grado di comprendere il suo amore. A tutto questo, seguirà il goffo tentativo del protagonista Homer Simpson, che per rallegrare gli animi penserà bene di organizzare un party per trovare il compagno giusto per Smithers e per risollevarlo dalla brutta delusione subita a causa di Mr.
Burns, ma la situazione non andrà come previsto.
La rivelazione di LaZebnik
Toccante e non scontata è stata la spiegazione dello sceneggiatore, circa la decisione di inserire nella serie il coming out di Smithers: "Qual è il modo migliore per poter dire a mio figlio che gli voglio bene, se non scrivere un cartone animato dedicato a lui?".
Il figlio di LaZebnik, infatti, è omosessuale, e il padre ha voluto trovare un modo originale, ma allo stesso tempo significativo, per comunicargli il suo totale appoggio e affetto. Con la stessa naturalezza dello sceneggiatore sembrano agire anche gli altri personaggi della storia, che alla dichiarazione di Smithers hanno risposto in maniera assolutamente naturale: un coming out che è stato vissuto né come scandaloso, né tanto meno come bizzarro come, d'altronde, è giusto che sia.