L'attrice, sceneggiatrice e regista Lena Dunham si racconta, scrivendo un saggio per Vogue sulla sua decisione di sottoporsi all'intervento di isterectomia a causa dell'endometriosi che l'affligge. Nello scritto Lena parla di quanto possa essere difficile non poter avere figli e di quanto questo sentimento di inadeguatezza venga in qualche modo acuito della società.
Ci si ricorda di lei soprattutto per il cult "Girls".
"Sono una donna anche se non potrò essere madre"
"Sarò per sempre sola". Questa è la convinzione di molte donne che decidono di non diventare madri o che non possono diventarlo. Suona come una condanna, una colpa il cui frutto non potrà essere che la condanna alla solitudine. Una sorta di tragicomica consapevolezza di sé accompagna le donne che non congelano la propria vita nel ruolo di "angelo del focolare"; e se questa espressione appare esagerata, ridondante, antica e poco credibile, la società ancora oggi 'condanna' le donne che non adempiano al ruolo di madri.
Lena ha così deciso di approfittare della propria condizione per lanciare un messaggio importante rivolto a tutte le donne che affrontano la condizione di non essere madri come un fallimento. Questo sentimento è frutto di un pensiero tossico derivante dall'incapacità della società di scostare il ruolo di madre dall'essere semplicemente donna. Una società patriarcale, binaria ed eteronormativa, che ancora oggi si esprime in "ruoli sociali" come se fosse il concetto più naturale del mondo.
Essere madre: il ruolo genitoriale definisce il tipo di persona che si è?
"Ho deciso di parlare per sostenere tutte le donne che sono state deluse dalla scienza, che promette loro di poter diventare madri nonostante le patologie, e dalla natura biologica della donna.
Deluse soprattutto da una società che fatica ad immaginare per loro un altro ruolo, diverso da quello di madre", ha spiegato l'attrice, chiedendosi "chi sarei stata se non una madre?".
Il linguaggio è potere come ha dichiarato una volta la poetessa e saggista Adrienne Rich in una conferenza tenuta in Olanda. La scrittrice volle mettere in evidenza il modo e i contenuti con i quali si costruisce l'identità della bambina e della donna. Il carattere femminile viene modellato da pensieri, parole e simbolismi condizionati da tutti quei modi di essere che si discostano dall'essere figlia, moglie e madre. Lena ha fatto diversi tentativi ricorrendo anche a donatori esterni, ma tutto è stato inutile: "È incredibile quanto tu possa allontanarti da te stesso nel tentativo di ottenere ciò che desideri.
Quello che era iniziato come il desiderio di portare in grembo il figlio dell'uomo che amavo era diventato il desiderio di avere un figlio con un uomo che era disposto ad aiutarmi ad averne uno" ha rivelato Lena che adesso, accettata la propria condizione, vuole far capire a tutte le donne nella sua condizione che nulla è perduto: "Penso di avere finalmente qualcosa da insegnare agli altri".