L'attrice Chiara Conti ha rilasciato un'intervista esclusiva a Blasting News in cui ha parlato della propria vita e del ruolo della dark lady Lara Martinelli nella soap Un posto al sole, tra critiche e insulti di alcuni spettatori che non riescono a scindere l'attrice dal personaggio, ma anche con gli apprezzamenti di chi loda il suo lavoro.
Conti su Lara: 'Sembra che faccia fatica a separare il bene dal male'
Hai interpretato molti ruoli. Ti diverte più recitare nella parte di un personaggio buono o cattivo?
"Ho sempre interpretato personaggi positivi. Mi piacciono perché sono più affine ai buoni sentimenti e amo i personaggi tormentati che poi hanno una possibilità di riscatto. Ma il personaggio 'cattivo' mi ha dato e mi dà tantissimo. Un ruolo simile mi spinge ad andare a fondo, ad esplorare il lato oscuro che tutti abbiamo, mi costringe oltre i miei preconcetti e confini. Mi obbliga a fare i conti con aspetti che a volte nella vita faccio fatica ad accettare.
Quindi il negativo mi riempie, mi affascina e mi aiuta a non fermarmi al primo impatto, ma a guardare oltre, a scoprirne i motivi, i dolori, le fragilità. Quello dell'attrice è un lavoro bellissimo".
C'è un ruolo che ti è rimasto nel cuore?
"Sono innamorata di tutti i personaggi che ho interpretato, perché ognuno mi ha regalato qualcosa e, a suo modo, mi ha cambiata. Ma per affetto di vita e cambiamenti, posso dire che Diana (l’ora di religione) ha segnato un punto importantissimo nel mio percorso. Cosima (Butta la luna) mi ha insegnato la lotta per i valori e il non arrendersi mai. Gina (Le ragazze di San Frediano) mi ha restituito la spensieratezza che avevo messo da parte. Olivia ed Helena di H2odio mi hanno mostrato che a volte il male è travestito da bene.
Simona (1993 la serie) mi ha fatto conoscere la disperazione dell’oblio dopo il successo. Ne Le 5 giornate di Milano ho ritrovato il primo amore, quello senza limiti, senza paure. Dario Argento (Do you like Hitchcock?) mi ha insegnato a osare. Clara (L’innocenza di Clara) mi ha messo di fronte all’ambiguità. Toni D’Angelo, il regista, mi ha donato la fiducia nell’improvvisazione, nell’affidarmi all’istinto. Marta (Il commissario Ricciardi) mi ha mostrato l’amore senza limiti, che a volte distrugge... E infine Lara, che fa parte della mia vita da tre anni, la scopro ogni giorno".
Cosa ne pensi di Lara Martinelli? C'è qualcosa di lei in te?
"Lara non mi somiglia, ma mi dà tanto. È un personaggio fortissimo, criticato e criticabile.
Ma è una donna che soffre, che ama (male), che non si arrende davanti a niente, anche quando sbaglia. Lara mi sta insegnando tantissimo. Dietro ad ogni gesto, parola, silenzio sbagliato, c’è sempre un dolore inespresso, una rabbia trattenuta. Sembra che faccia fatica a separare il bene dal male, ma perché? Vedo in lei una donna spezzata. Che sbaglia, che cade, che si rialza. Che agisce d’istinto, senza riflettere troppo a volte. Che si appassiona, si ossessiona, si perde. Ma si ritrova sempre. Sbagliando, di nuovo, dolorosamente incompresa. E sempre, per ora, per un’ossessione d’amore. Ecco, anch’io sono istintiva. Forse questo è il punto in comune. Ma meno coraggiosa".
'Il commento che mi ha fatto più male? Mi hanno augurato di non avere figli'
C'è un gruppetto di spettatori di Un posto al sole che ti identifica con il tuo personaggio. C'è qualche commento, in particolare, che ti ha fatto male?
"Moltissimi. Ma ho smesso di leggerli o di farmi ferire dalle parole che restano dietro la foto di un campo di grano o di un gattino. La cosa che più mi ha sconvolto è stata la cattiveria gratuita, principalmente proveniente da donne. Quando una delle battaglie per cui mi espongo da sempre è la vicinanza femminile, basilare e necessaria. Le offese più grandi, a me come persona e non come personaggio, le ho ricevute da donne che mi hanno augurato di non avere figli, di star male, che valevo meno di zero, che hanno riso di momenti bui.
Ecco, la violenza di certe persone mi sconvolge. Mi fa paura la totale mancanza di empatia, il non ascoltarsi, la distanza abissale tra esseri umani. Ma poi capisco che purtroppo i social hanno dato voce anche a chi prima quella rabbia la sfogava a casa contro le persone vicine e forse sfogarsi altrove, contro chi non si conosce, sarà d’aiuto per loro. Vorrei solo ci fosse più controllo sulla violenza senza limiti gettata su tutti e che non viene bloccata in nessun modo nonostante le segnalazioni".
C'è un particolare episodio che il pubblico non ha mai perdonato a Lara, ed è quello in cui hai avvelenato Tommy. Com'è stato girare quella scena?
"È stato difficilissimo per me, non ci ho dormito per mesi, prima di girare.
E nemmeno prima che uscisse la puntata. Soprattutto per il mio amore infinito per i bambini, per il mio desiderio più profondo di averne da sempre. E perché Tommy è meraviglioso e mi commuove ogni volta che lo abbraccio. Ne ho parlato tantissimo con la produzione e la regia. Ho cercato di capire i motivi di Lara e trovare un modo per gestire la paura ed il dolore che quel gesto mi provocava. E l’ho messo nella scena. In quel gesto terribile c’è la disperazione di una persona che sta perdendo tutto e che non distingue più dove sia il limite. Ma c’è anche l’indecisione prima del gesto, il dolore per quello che sta per fare, quando ha Tommy in braccio, la follia nella promessa che gli fa (“così avremo una vita bellissima, io, te e il tuo papà).
C’è tanto dietro ai gesti estremi. E questo non per giustificarli, ma perché non si sa mai a cosa porti la disperazione, la solitudine, l’ossessione. Comunque è stata davvero dura".
C'è qualcosa che ti auguri per il futuro di Lara?
"Spero che si possa parlare ancora tanto di lei, che si riescano a scoprire altri aspetti, altri colori, che mi emozioni ancora e continui a spingermi oltre i miei limiti. Spero che continui a sorprendermi, come ha fatto in tutto questo cammino insieme, grazie ad una scrittura importante per un personaggio tridimensionale, complesso, contrastato, fragile e duro. Spero che ci siano ancora tante storie da vivere come Lara".
Chiara Conti: 'Adesso vivo una bella storia d'amore'
Il 10 ottobre è stata la Giornata mondiale mondiale della salute. Tu qualche giorno prima avevi raccontato sui social un tuo attacco di panico e avevi chiesto di “non minimizzare, non giudicare e parlare del dolore”. Pensi che il tema della salute mentale e della gestione dell’ansia siano ancora un tabù?
"Penso che se ne sappia sempre molto poco. C’è stata una persona, tra i vari commenti e messaggi che ho ricevuto (e sono tantissimi, questo per dire quante persone vivono lo stesso disagio) che si è detta sorpresa perché non pensava che anche gli attori potessero soffrire di attacchi di panico. Come se fosse una cosa solo per alcuni, e gli altri immuni.
Questo mi ha molto colpito. Il mio è stato un modo per esternare qualcosa che è comune a molti. Un modo per sentirmi e far sentire gli altri più vicini. E non è stato facile aprire il cuore, mostrare la fragilità. Ma è servito. E questo mi rende felice. Penso davvero che bisognerebbe usare i social per essere “sociali”, per interessarsi dei problemi degli altri, per discutere dei propri, e per non sentirsi soli. La vicinanza aiuta nelle situazioni di disagio a volte. Ecco, il social dovrebbe essere uno strumento per essere più vicini".
Quella tra Lara e Roberto è una relazione tossica e disonesta. Nella tua vita c'è un rapporto speciale e più sano di cui vuoi raccontarci?
"Sono estremamente riservata sulla mia vita privata, ho sempre cercato di proteggere le 'mie persone', perché ritengo che gli amori, le amicizie, la famiglia abbiano un posto speciale.
Sono preziosi e vanno difesi. Comunque, a parte questa premessa, ho avuto una relazione importantissima per 7 anni che mi ha ferita molto verso la fine. Mi ci è voluto un po’ per decidere di essere pronta a ricominciare. Ma è successo. Ed adesso vivo una storia bella e piena. E inaspettata. E vera. Sto accanto a un uomo che quando mi guarda, mi fa sentire capita. Quando mi abbraccia mi fa sentire a casa. Ed è il posto più bello dove stare. E ho già detto troppo per la mia riservatezza".
Progetti per il futuro, a parte Un posto al sole?
"Un mio caro amico regista scozzese che vive in America mi ha proposto un ruolo in un suo film sugli anni 20. Ci vuole ancora un po’. Ma non vedo l’ora. Ho la regia di un corto contro la violenza alle donne, altro tema per me fondamentale. E la mostra che ho rimandato da mesi per mancanza di tempo: i miei quadri e le mie incisioni li trovate su Instagram, dovrei riuscire a farla per gennaio a Roma e Napoli a febbraio".