I cambiamenti climatici stanno preoccupando tutto il mondo al punto che, a distanza di sei mesi dalla conferenza sul clima che si terrà a Parigi il prossimo 30 novembre, il Presidente americano Barack Obama, preannuncia importanti sviluppi proprio nella lotta ai cambiamenti climatici. La nuova strada da intraprendere porta il nome di Clean Power Plan e si tratta di un piano che riceverà l'approvazione in breve tempo e punta alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto sera, una battaglia che il Presidente Obama porta avanti da tanto.

La firma ufficiale avverrà domani, ma intanto qualche indiscrezione è giunta fino a noi. Secondo quanto riferito dal 'New York Times', il piano prevede il taglio delle emissioni dai livelli del 2005 entro il 2030, inoltre, il provvedimento prenderà di mira anche le centrali a carbone, che da sole emettono in atmosfera il 31% dei gas nocivi negli Stati Uniti; principalmente lo Stato avrà l'obbligo di ridurre le emissioni degli impianti a carbone e di attuare le riforme che portino ad un utilizzo più sostenibile dell’elettricità fornita alle case di milioni di abitanti. Secondo il Presidente degli Stati Uniti questo è «un grande e importante passo mai intrapreso per nella lotta ai cambiamenti climatici».

Tutte le misure previste nel piano potrebbero portare, secondo le stime, alla chiusura di molte centrali elettriche a carbone, e contestualmente alla nascita di strutture eco-sostenibili, come gli impianti eolici o solari, che aumenterebbero la produzione di energia “pulita”.

Il piano, nello specifico, assegna a ogni Stato americano un obiettivo che deve essere raggiunto, lasciando campo libero sulle strategie per raggiungerlo. Il tutto però deve essere elaborato subito, infatti, la prima scadenza è il 2016 per presentare i piani preliminari ed il 2018 per quelli finali.

«Il clima - dichiara Obama - sta cambiando modo tale che è la nostra economia a subirne i danni, oltre alla nostra sicurezza e la nostra salute.

E questa non è un’opinione, è un fatto. I cambiamenti climatici non sono più un problema per la prossima generazione, ma per tutti noi. Ed è ora che l’America e il mondo si uniscano per contrastare questi mutamenti».