Ormai entrate nello spazio interstellare, un giorno, forse, saranno le prime ad incontrare un'altra civiltà o tecnologia aliena proprio come successe a "Nomad", la navicella terrestre che nella serie TV "Star Trek" si integrò con la sonda "Tan Ru" generando un dispositivo più avanzato. Le Voyager stanno uscendo dal bordo più esterno dell'eliosfera, chiamato eliopausa, dove ancora si sente l'influenza della nostra stella, ma il vento solare inizia ad interagire e viene fermato dal mezzo interstellare, la regione tra le stelle piena di gas e polveri.
Voyager 1 a 20 miliardi di chilometri
La Voyager 1, lanciata 5 settembre 1977, è in pole position ed è già uscita dal Sistema Solare. Ha superato i 20 miliardi di chilometri dalla Terra il giorno dell'Epifania 2016 e questo risultato è ciò che la rende l'oggetto più lontano dalla Terra costruito dall'uomo. Quando, tra alcuni secoli, l'influenza della gravità del Sole sarà diventata completamente trascurabile, la sua velocità si stabilizzerà definitivamente su un valore di 16,61 km/s ovvero percorrerà 1 anno luce ogni 18 mila anni terrestri (ben lontano dalla velocità Warp di Star Trek!).
Voyager 2 in rotta per Sirio
La Voyager 2, invece, lanciata il 20 agosto 1977, si trova a 17 miliardi di chilometri dalla Terra. Dopo 38 anni, 4 mesi e 12 giorni, la sonda ha tagliato il traguardo delle 110 Unità Astronomiche dal Sole (16,456 miliardi di km) il 31 dicembre 2015. Ora è in rotta per Sirio, la stella più luminosa del nostro cielo ma la raggiungerà tra ben 296 mila anni quando, secondo alcuni, il genere umano si sarà già estinto. Tra 40 mila anni entrambe le sonde avranno i loro primi incontri ravvicinati con altre stelle: la Voyager 1 passerà a 1,6 anni luce da Gliese 445 (o “AC+79 3888”) una nana rossa nella costellazione Giraffa, mentre la Voyager 2 passerà ad 1,7 anni luce da un'altra nana rossa, Gliese 905 (o "Ross 248") nella costellazione di Andromeda.
Fine delle trasmissioni nel 2025
Peccato che questo viaggio in realtà per noi si interromperà molto prima: secondo le stime, infatti, le navicelle termineranno le operazioni scientifiche attorno al 2025, dopodiché proseguiranno alla deriva nello spazio. Per il prossimo decennio o giù di lì, però, misureranno il mezzo interstellare, i campi magnetici ed i raggi cosmici fornendo rilevamenti di zone inesplorate della nostra Galassia. I dati delle Voyager saranno integrati con quelli di un altro veterano dello spazio, il telescopio spaziale Hubble, che punterà lo sguardo sul percorso delle sonde fornendo una visione d'insieme ed aiutando gli astronomi a contestualizzare i risultati.