Miliardi di anni fa, un oggetto sconosciuto ha inviato una raffica di onde radio nello spazio che hanno attraversato l'Universo fino a quando sono state catturate dal telescopio di Arecibo, a novembre 2012. Questo evento, designato come FRB 121102, si è mostrato subito particolarmente intrigante: proveniva dalla Via Lattea o da qualche altra parte nell'Universo?

Generalmente, proprio per la loro natura fulminea, gli FRB (letteralmente “lampi radio veloci”) sono difficili da rilevare ma, in questo caso, le osservazioni di follow-up hanno permesso di individuare altri 16 flash aggiuntivi nel 2015 ed altri 9 tra agosto e settembre 2016, grazie ai quali è stato possibile circoscrivere la provenienza: una galassia nana a circa tre miliardi di anni luce dalla Terra.

Tuttavia, gli astronomi ancora non sanno cosa può aver provocato le esplosioni.

"Deve trattarsi di enormi quantità di energia per essere visibile da quella distanza", ha commentato Shami Chatterjee della Cornell University durante l'ultimo incontro dell'American Astronomical Society, autore di articoli pubblicati sia su Nature che sulla rivista Astrophysical Journal Letters.

La zona di cielo da cui proviene il segnale è nella costellazione dell'Auriga, dove sono presenti centinaia di potenziali fonti. Così, per restringere il campo ed aumentare la risoluzione, i ricercatori hanno utilizzato i radiotelescopi del Very Large Array (VLA) ed il network European Very Large Baseline Interferometer (VLBI)."E' stato come cercare di trovare un ago in un pagliaio di terabyte", ha commentato Casey Law dell'University of California Berkeley, co-autore del documento.

La svolta è arrivata con l'esplosione del 23 agosto 2016, particolarmente luminosa: questa ha permesso di individuare la galassia ospite e di capire che il segnale non arrivava esattamente dal centro ma da un'area più periferica. Un dettaglio che potrebbe indicare che non ha avuto origine da un buco nero.

D'altra parte, la particolarità di questa fonte è che ha prodotto FRB ripetuti, il che porterebbe a catalogare il fenomeno come diverso dagli altri.

Per di più, nella stessa regione di spazio, a circa 100 anni luce di distanza, è stata scoperta un'altra sorgente di segnali radio deboli ma persistenti, ritenuta connessa agli impulsi radio più potenti.

In base a questi risultati, la fonte potrebbe essere una stella di neutroni estremamente densa e compatta che ruota velocemente su se stessa oppure un nucleo galattico attivo con al centro un buco nero supermassiccio.

Ma l'idea più accreditata è che si tratti di una magnetar, cioè una stella di neutroni con un forte campo magnetico circondata dal materiale espulso dall'esplosione di una supernova. Questo oggetto emetterebbe, infatti, costantemente deboli onde radio, rilasciando ogni tanto impulsi più potenti nel momento in cui entra in contatto con i detriti cosmici.