Il Direttore Sportivo Walter Sabatini aveva chiesto pazienza e sembra aver avuto ragione. Il Ds giallorosso aveva intuito le potenzialità dell'attaccante ivoriano in forza nelle file del CSKA Mosca. Finalmente Seydou Doumbia: dai fischi agli applausi. Contro Sassuolo e Genoa a Sabatini è tornato il sorriso grazie alla concretezza che l'attaccante ha portato alla squadra, due occasioni e due gol che hanno fruttato al team ben 6 punti decisivi per la lotta al secondo posto e quindi alla qualificazione diretta in Champions League. Rudy Garcia ai giornalisti ha detto "Ora che è in condizione può dare il meglio nel ruolo che sa fare: è il nostro centravanti d'area". Il tecnico ha quindi confermato la sua fiducia nell'attaccante ivoriano dopo il gol inflitto al portiere del Sassuolo Consigli, dove ha praticamente piegato le mani all'estremo difensore e dopo il gol siglato al Genoa e all'incolpevole Perin.

Ecco così che Doumbia è riuscito a trasformare i fischi dell'Olimpico in quel Roma-Parma al suo esordio , in applausi e in un supporto del tifo giallorosso. Contro il Genoa Seydou Doumbia ha raggiunto una percentuale realizzativa pari al 100%, concretizzando le uniche due occasioni che ha avuto nelle ultime due partite.

Il primo ad abbracciarlo dopo il goal al Genoa è stato Daniele De Rossi, il quale sembrava aver portato a Doumbia l'abbraccio di tutta la città, che spera di vedere nell'ivoriano l'uomo d'area di rigore che la Roma ha sempre cercato e che poche volte è riuscita a scovare. Ciò che preoccupa ora però è il risentimento muscolare che l'attaccante ha accusato al sessantesimo del secondo tempo, per il qualche è stato costretto a dover chiedere il cambio. Verranno fatti dei test e degli accertamenti per verificare questa fitta alla coscia sinistra che lo ha costretto alla sostituzione.

Nel frattempo, nel caso in cui Seydou Doumbia non ce la dovesse fare per l'anticipo serale di sabato sera alle ore 20:45 contro il Milan a San Siro, a sostituirlo ci penserebbe il capitano Francesco Totti, totalmente preso dalla corsa al secondo posto, per il quale sacrificherebbe anche la sua titolarità in campo.