E' andato in scena oggi l'ennesimo spettacolo del derby della capitale, anche se stavolta in tono decisamente minore. Quarto derby consecutivo in campionato per i giallorossi, con la Lazio che ormai soffre di una vera e propria sindrome da derby: l'ultimo successo rimane ad oggi lo storico trionfo nella stracittadina che valeva la Coppa Italia 2013, cioè ormai oltre 4 anni fa.
Da annotare subito l'assenza pressoché totale dei tifosi giallorossi dalla curva Sud: uno spettacolo decisamente desolante, che come detto prima ha contribuito in maniera massiccia a rendere l'atmosfera del derby decisamente spenta e plumbea.
Il successo della Lupa deriva da una maggiore maturità, da squadra che ha sofferto meno la pressione rispetto ai cugini biancocelesti. I valori tecnici espressi in campo, e direi nell'arco di tutta questa porzione di campionato, si sono più o meno equivalsi tra le due squadre capitoline.
La differenza l'ha fatta dunque la gestione della partita, il cinismo e la pazienza di Spalletti e di una Roma che partiva molto attendista, con l'handicap della pesante assenza di Salah.
La difesa a tre Rudiger - Manolas - Fazio era quindi la naturale conseguenza del forfait dell'attaccante egiziano, con l'avanzamento di Nainggolan (migliore in campo) al fianco di Perotti e alle spalle di Dzeko.
La Lazio si è invece presentata molto sbilanciata, col tridente classico più un offensivo Milinkovic-Savic abbassato a centrocampo. Non a caso la partenza è stata tutta di marca laziale, con un incisivo F. Anderson, un Immobile vivace e propositivo e una Roma che sembrava arrancare. Ed ecco forse il primo errore della Lazio,e del suo allenatore Inzaghi: specchiarsi troppo, accontentarsi di giocare meglio della Roma senza affondare il colpo. Era questo proprio quello che desiderava Spalletti, con una Roma che ha fatto uscire alla distanza il peso del suo centrocampo, con su tutti i due marcatori Strootman e Nainggolan.
Già dopo pochi minuti del secondo tempo le due squadre si vedevano decisamente allungate, facendo capire che un gol sarebbe arrivato a breve. Infatti ecco al 65' il vantaggio giallorosso, grazie ad un regalo di natale anticipato dal fin lì ottimo Wallace: il centrale della Lazio dopo un bell'anticipo tenta un improbabile veronica al limite dell'area biancoceleste, con Strootman che si avventa sullo sprovveduto difensore per poi saltare Marchetti con un morbido pallonetto, quasi un omaggio al suo capitano non giocatore Totti.
Lì la partita praticamente finiva, con una Lazio schiumante di rabbia che non riusciva a insidiare Szczesny, a causa della frustrazione per quella che sta diventando una vera e propria psicosi da derby, e una Roma sorniona che approfittava di un altro svarione della Lazio.
Nel caso del secondo gol infatti Marchetti è lento e goffo nel tuffarsi sul tiro tutt'altro che irresistibile di Nainggolan.
Dallo 0-2 in poi si registravano solo una serie di falli e battibecchi tra i giocatori. Vince la Roma, con forza più che con merito, mostrando una maggiore tenuta psicologica rispetto alla Lazio: caratteristica questa fondamentale per portare a casa una stracittadina giocata sul filo dei nervi come da sempre è il derby romano.