Credendo fermamente che, senza ipocrisia, si possa mantenere una piena onestà intellettuale pur avendo una chiara fede sportiva, andiamo ad analizzare la situazione amletica di uno dei più importanti giocatori contemporanei, ovvero Paul Pogba.

Negli ultimi quattro anni chi ha potuto vedere la maggior parte delle partite disputate in bianconero da Paul Pogba, osservandolo sia con un occhio da tifoso, sia con quello da calciofilo, risulta veramente difficile farsi un'idea fatta e finita su quale tipo di giocatore è e sarà il colosso francese.

I pro e i contro di Paul Pogba

Partendo ovviamente dai punti forti, la natura ha dato al giovane centrocampista francese tutte le doti necessarie per diventare un fenomeno del calcio. Il fisico, la potenza atletica di un felino e allo stesso tempo una sorprendente agilità, una leggerezza da gazzella. Fibre bianche e rosse armonicamente distribuite su più di un metro e novanta di altezza.

Secondo punto di forza, la tecnica: anche da questo punto di vista il francese è naturalmente dotato. Il tocco di palla è discretamente raffinato, la corsa elegante, il passaggio preciso e il tiro non solo potente, ma anche velenoso. Terzo fattore positivo, l'età: a 23 anni ha davanti a sé almeno dieci anni di carriera per poter raggiungere ogni possibile traguardo, con ancora ampi e sconosciuti margini di miglioramento.

Ora, le note dolenti. Partendo da un certo "nomadismo" tattico: ogni grande allenatore che lo ha allenato, da Conte a Mourinho, ha assegnato a Pogba una zona di campo diversa; dal ruolo di mezz'ala a quello di trequartista, dal regista fino al mediano, come successo in nazionale con Deschamps. Altri giocatori sono stati fuoriclasse pur essendo tatticamente "bradi", uno su tutti Gerrard.

Ma il francese non ha ancora una personalità dominante per andare a colmare questo deficit, come aveva fatto il formidabile capitano del Liverpool. In secondo luogo, la personalità: Paul non è un timido, anzi, ma raramente risulta decisivo nei big match. Non è un trascinatore, ma deve essere lui guidato e coccolato da mister e compagni, come facevano i vari Pirlo, Vidal e Marchisio nel centrocampo juventino.

Ad oggi è più un meraviglioso solista, piuttosto che un vero uomo squadra. Cosa che il suo ruolo e la sua classe gli impongono. Senza parlare poi del costo del cartellino. Terzo ma non ultimo, l'età: sì, perché nel calcio di oggi 23 anni sono già il limite dei sogni per un top player, cioè il momento in cui scegliere se diventare un campione a tutto tondo, o rimanere un'eterna e costosa promessa.

In conclusione Pogba ha ancora tutti i mezzi a sua disposizione per diventare il giocatore che nella sua testa probabilmente crede già di essere. Sta solo a lui dunque: essere il prossimo Pallone d'Oro, oppure rimanere nella memoria collettiva come il trasferimento più caro ed inutile della storia del calcio.Praticamente, un Balotelli al quadrato.