lazio-verona, posticipo di campionato che si gioca lunedì sera, ha un precedente che è rimasto nella storia biancoceleste. Una storia di oltre quarant’anni fa e che i tifosi più avanti con gli anni portano impressa nel loro codice di lazialità ma che per i più giovani è sconosciuta. E’ il 14 aprile 1974, la Lazio è in corsa per vincere il suo primo scudetto e incontra un Verona che gira nella bassa classifica.

Incontro sulla carta facile e che arriva dopo il bel 3-3 strappato a Napoli, grazie ad una tripletta di Chinaglia che ha ripreso il risultato per ben tre volte. Il match si mette inizialmente bene per i biancoazzurri.

Cronaca di una partita folle

Al 5’ del primo tempo un autogoal di Bet porta subito in vantaggio la squadra di casa che, sulle ali dell’entusiasmo, macina gioco e occasioni. Eppure sulla prima azione di attacco, al 25’, il Verona trova il pareggio con Franzoni. Poco prima del riposo seconda azione del Verona e secondo goal, anzi secondo autogoal della giornata: stavolta è Garlaschelli a buttare la palla nella propria porta.

Si va così negli spogliatoi sul 2-1 per gli ospiti. In verità è più corretto dire che il Verona va negli spogliatoi. La Lazio, no. Quando i giocatori vanno nel sottopassaggio si trovano davanti Maestrelli che gli impedisce di rientrare e gli dice: ‘Rientrate in campo’. Così, tra lo stupore dei 60.000 che quel pomeriggio sono all’Olimpico, l’undici titolare si schiera come se dovesse ricominciare subito a giocare. La gente capisce la situazione e in poco tempo lo stadio diventa una bolgia. Al rientro in campo i giocatori del Verona, ignari di tutto, non capiscono perché gli avversari siano già schierati e osannati come se stessero stravincendo quando invece stanno perdendo 1-2. La cura Maestrelli, l’unico a saper gestire quella truppa indisciplinata e sregolata, si dimostra vincente e in pochi minuti la Lazio ribalta il risultato.

Quattro a due il finale della partita, inizio del rush finale che porterà il primo scudetto ai biancoazzurri. Opposto destino per il Verona che chiude il campionato a 25 punti ma che si vede retrocesso per una vicenda di calcio scommesse.

Destini opposti di due squadre che, a parti invertite, si rincontreranno dieci anni dopo quando sulla panchina degli scaligeri ci sarà Osvaldo Bagnoli e su quella laziale Lorenzo. Lì sarà il Verona in vetta e la Lazio in coda, a dimostrazione che nel calcio come nella vita le cose cambiano e la fortuna gira. Ma questa è un’altra storia.