La paura in America per le parole che giungono dall'Isis fanno sempre più paura e sembrano sempre più concretizzarsi. Un uomo tenta di convertire all'islam le proprie colleghe di lavoro e finisce per decapitare una donna. L'uomo, con precedenti penali per detenzione di stupefacenti, da poco era stato licenziato dell'azienda.

"Voleva convertirli all'Islam"

L'uomo che è stato consegnato alle autorità e ora si trova in ospedale voleva convertire i propri colleghi di lavoro all'Islam.

Si tratta di un 30enne di colore che aveva così deciso di avviare la propria campagna di reclutamento tra le fila dell'Islam ma la sua avventura è terminata presto e in malo modo anche se ha lasciato sulla propria strada la sofferenza di una nonna decapitata. L'uomo, Alton Alexander Nolen, il presunto assassino, lavorava in un azienda alimentare in Oklahoma, presso la cittadina di Moore. Sembra che al momento nulla riporti effettivamente al terrorismo islamico ma ogni gesto del genere in questi tempi cupi lascia tornare alla mente parole e gesti non molto rassicuranti. Segno caratteristico dell'uomo è un tatuaggio che riporta "Che la pace sia con te".

Il licenziamento di pochi giorni prima

Al momento sembra che la causa reale del gesto del giovane sia l'azienda e non la devozione all'Islam. Infatti, il ragazzo 30enne da poco era stato licenziato dall'azienda per motivazioni ancora da accertare e quella mattina è tornato sul suo vecchio posto di lavoro parcheggiando il proprio Suv e dirigendosi verso gli uffici armato di coltello. L'uomo ha decapitato la 54enne Colleen Hufford e accoltellato, ferendola, la 43enne Traci Johnson prima di essere bloccato. A fermarlo ferendolo con un colpo di arma da fuoco è stato il vice direttore operativo dell'azienda Mark Vaughan. Sul 30enne pende una condanna penale per detenzione di stupefacenti risalente al 2011.

La paura però continua a non placarsi e il capitano del distretto di polizia di Moore chiede l'intervento dell'Fbi perché faccia luce sull'avvenuto. Il capo della polizia afferma "ora potremmo raccontare una strage".