Identificati i terroristi che ieri a Parigi, armati di kalashnikov, hanno fatto irruzione presso la sede del settimanale satirico, uccidendo otto giornalisti, due agenti e altre due persone. La notizia ha fatto il giro del mondo e sui social si è creata, in maniera virale, un'enorme campagna di solidarietà verso le vittime dell'attentato e nei confronti della testata giornalistica.
La libertà di espressione va difesa contro tutto e tutti.
La solidarietà e l'hashtag #JeSuisCharlie
Al grido, anzi, all'hasthag #JeSuisCharlie, si è scatenata sui social una gara di solidarietà nei confronti di quegli uomini che ieri sono stati freddati dall'attacco terroristico. I killer sono entrati nella sede della redazione del settimanale col volto coperto, e hanno aperto il fuoco. Se la rete si mobilita dopo l'assalto armato alla sede del settimanale, anche l'homepage di Charlie Hebdo ha voluto caricare un'immagine che contiene il messaggio di solidarietà "JeSuisCharlie" tradotto in sette lingue.
La libertà di parola va protetta e difesa, senza distinzione di razza o religione. Ad aprire la campagna solidale è stata l'Ambasciata americana a Parigi che sul profilo Twitter ha messo un'immagine riportante la scritta #JeSuisCharlie. La libertà di parola e di espressione è un diritto, e l'hashtag in queste ore ha invaso i profili di giornalisti e di testate. Su Facebook è stata aperta una pagina "Je Suis Charlie" che sta raccogliendo tanti like. L'orrore e lo sgomento per l'accaduto corre sui social, in migliaia stanno esprimendo la loro vicinanza, seppur virtuale, al Charlie.
Identificati i terroristi
Pare che siano stati riconosciuti e arrestati i colpevoli della strage di ieri, dovrebbero essere tutti provenienti dalla città di Gennevilliers: due sarebbero fratelli, giovani senza dimora, tutti e tre avrebbero un'età compresa tra i 19 e i 35 anni.
Ci sarà da chiarire se l'attentato era stato organizzato e da quanto tempo. Per Parigi oggi è il tempo di piangere le sue vittime. Fra loro c'è anche una donna, il direttore del giornale Charlie Hebdo e tre importanti vignettisti.