Ottantamila uomini mobilitati per ricercare i due attentatori che hanno fatto irruzione nella redazione del Charlie Hebdo, aprendo il fuoco. Dispiegati anche membri delle forze d'élite dell'esercito francese. Una violenta sparatoria si è verificata sulla Nazionale 2, dove i due si sarebbero rifugiati.
Per cinque lunghissimi minuti Parigi si è fermata. Due uomini armati di kalashnikov hanno fatto irruzione nella redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo e hanno aperto il fuoco. 12 morti fra giornalisti e noti vignettisti, 20 feriti, di cui 5 sono gravissimi.
Non ritorneranno a casa, dalla loro redazione dove ogni giorno svolgevano, con dignità e ironia, il loro lavoro, il direttore del Charlie Hebdo, Stephan Chansonnier, Cabu Tignous, Georges Wolinski, per citare sono alcune delle firme più famose della rivista satirica.
I due uomini hanno fatto irruzione incappucciati, coperti e armati. Hanno gridato "Allah è grande" prima di sparare ai giornalisti disarmati e inermi. Rei soltanto di svolgere ogni giorno il loro (scomodo) lavoro, di dire ogni giorno la verità, di leggere ogni giorno il mondo (specie quello islamico) e le sue contraddizioni da una prospettiva ironica e irriverente.
La vignettista Coco, presente all'attacco ha dichiarato: "Parlavano perfettamente francese.
Hanno rivendicato di essere di al Qaeda". La donna era scesa nell'atrio della redazione quando è stata assalita dai due uomini. E' stata minacciata e costretta ad aprire la porta della sede. Poi solo il fuoco e il sangue. Con i suoi colleghi minacciati e uccisi dai due. 5 minuti lunghissimi sono trascorsi prima del silenzio e della disperazione.
Dopo aver sparato i due assalitori si sono dati alla fuga per le strade di Parigi. Gli assalitori hanno rubato un'automobile trovata sulla loro strada. Hanno investito un pedone e poi hanno abbandonato l'automobile. Parigi è attualmente bloccata. Polizia e agenti si sono riversati per le strade della capitale francese alla ricerca dei due attentatori.
Secondo alcuni media francesi gli assalitori potrebbero essere tre, secondo altri sarebbe due insieme a un ostaggio. Un dei tre ricercati si è presentato nel corso della notte alle autorità dopo aver sentito circolare il suo nome sul web. Il suo nome è Amid Mourad, 18 anni. Si tratterebbe, però, solamente di una caso di omonimia. Il ragazzo, infatti, all'ora dell'attentato si sarebbe trovato a scuola. Alibi confermato da compagni e insegnati. Al momento resta in fermo, ma sulla sua posizione rimane il giallo. Valls, il primo ministro francese, nel frattempo ha dichiarato che nella notte ci sono stati numerosi arresti nell'ambito delle ricerche dei due assalitori.
Il presidente francese Hollande si è recato appena possibile sul luogo dell'attentato.
"E' terrorismo, non c'è dubbio - ha dichiarato - Cordoglio per le vittime, sia giornalisti che poliziotti". E ha terminato con un appello alla nazione. La Francia deve reagire con unità e fermezza all'attentato. Dimostrando di essere un Paese unito, ha dichiarato il presidente francese. "Sapevamo di essere minacciati perché siamo un Paese di libertà". E l'Europa stessa si deve muovere compatta in aiuto della Francia in questo momento così delicato per la politica internazionale globale.
Ironico, in pieno stile Charlie Hebdo, nella sua tragicità quanto successo a Parigi. Qualche giorno fa lo stesso direttore del giornale satirico aveva pubblicato una vignetta che diceva così: "Ancora nessun attentato in Francia" mentre un talebano armato risponde: "Aspettate.
Abbiamo tempo fino a fine gennaio per farci gli auguri".
Un attacco al cuore della libertà d'opinione, un attacco al cuore della democrazia e della libertà. Un libertà ormai bagnata dal sangue di 12 persone.