Stanno facendo particolarmente scalpore in queste ultime ore le parole di Don Angelo Berselli (parroco del quartiere Forcella a Napoli) a proposito della camorra descritta, tra le altre cose, quale "unica cosa che funziona" dalle sue parti.
Dalle rilevazioni alla rivelazione della camorra
La provocazione lanciata dal religioso è forte, tanto forte da essere vista da molti come un vero e proprio elogio alla camorra.
Don Berselli ha evidenziato la gran cura con la quale la camorra si interessa di disoccupati, detenuti e relative famiglie, a dispetto di uno Stato che a proposito di ciò è, nella migliore delle ipotesi, assente. La provocazione tocca il suo culmine nel momento in cui il Don, a seguito dei tristi dati di fatto rilevati, conclude rivelando che "[...] dovremmo imparare dalla camorra, ci sono diverse cose da prendere come esempio, ovviamente con un substrato morale diverso [...]".
Tra le dichiarazioni è presentata anche una stima percentuale del fenomeno camorra, fenomeno che sarebbe composto da un 20% di malvagi e per l'80% da persone buone (pecore senza pastore con le quali è possibile e giusto avere un dialogo anche se con molta pazienza, perché è gente che viene da una serie di forti delusioni).
Don Berselli, se da una parte evidenzia un umano 80% di bontà e innocenza del fenomeno camorristico, dall'altra sottolinea la superiorità strutturale della camorra rispetto allo Stato anche a proposito del tema sicurezza. "La sicurezza chi te l'assicura? Lo Stato o qualcun'altro? Guardiamo l'efficienza! [...] Che ci vuole a mettere una telecamera? È possibile che in quartieri a rischio le telecamere non funzionano?".
Dai camorristi alla camorra, il salto proibito
Suddette dichiarazioni, tra le altre cose, hanno fomentato nelle ultime ore anche sdegno e problematizzazione. Diversi utenti sul web rivendicano la necessità di tenere d'occhio la differenza che c'è tra camorra (struttura) e camorristi (che possono essere aguzzini oppure prigionieri della struttura).
In tal senso, non basterebbe il 99% di camorristi buoni per legittimare una struttura di per sé malvagia. Non può bastare neanche una valutazione puramente funzionale basata sull'efficienza a tutti i costi, per legittimare la camorra. L'impossibilità di giustificare o promuovere la camorra in virtù di valutazioni puramente funzionali è stato l'argomento con il quale anche Giuseppe Cruciani, attraverso la zanzara di Radio24, ha criticato le parole di Don Berselli affermando che "è facile mantenere alta l'efficienza col mitra" e che preferirebbe vivere in un Paese con un po' di efficienza in meno piuttosto che in un Paese governato con la violenza.