Melito (Calabria). Una bambina, da quando aveva 13 anni a quando ne ha compiuti 16, alta un metro e 55 per quaranta chili, è stata violentata per tre anni di seguito. Ad aggredirla sono stati in nove, a volte a turno ed altre insieme. Dopo essere trattenuta con la forza, la piccola veniva obbligata anche a rifare il letto sulla quale aveva ricevuto violenza. La giovanissima vittima ha dichiarato più volte alla psicologa che se provava ad opporsi veniva anche derisa e accusata di non essere capace di fare determinate cose.
Il tutto avveniva dopo la scuola, quando i ragazzi andavano a prenderla all'uscita: la caricavano in macchina e la portavano al cimitero vecchio, oppure sotto il ponte del paese o in una casa in montagna dove c'era il letto. Oggi gli stupratori sono stati arrestati e il procuratore capo di Reggio Calabria ha dichiarato che il paese era a conoscenza della situazione, ma tutti hanno taciuto.
La fiaccolata
E' stata organizzata una fiaccolata per sostenere la ragazzina, adesso sedicenne, davanti alla stazione del paesino della Calabria. Alla fiaccolata hanno partecipato quattrocento persone su quattordicimila abitanti.
Quasi tutto il paese era a conoscenza dello stupro e la maggior parte del paese ha deciso di non sostenerla poiché ritengono che "se l'è cercata".
La scuola
La ragazzina da tempo si rifiutava di mangiare, spesso mancava a scuola e non era più la stessa. Il nuovo preside della sua attuale scuola ritiene che ognuno deve badare alla propria famiglia e la scuola non c'entra, addossando la colpa ai genitori che non l'hanno mai ascoltata e non si sono mai accorti di niente. In realtà la scuola ha fatto la sua parte. A smascherare l'omertà della scuola è stato un tema della ragazza ove lei raccontava di non aver rivelato nulla ai genitori che stavano divorziando per non aggravare la situazione, ma era un po' arrabbiata perché loro non si sono mai accorti del suo stato mentale.
Il pensiero della bambina
Non è il primo caso isolato in Italia. Ogni giorno vengono violentate milioni di donne e bambine. La ragazzina ha deciso di cancellare tutti gli amici su Facebook e di lasciare come immagine del profilo la sua foto con il papà. Ha scelto come descrizione della foto la frase del filosofo Nietzsche: "La migliore saggezza è tacere ed andare oltre". La magistratura chiarirà molte cose.