Due noti studiosi hanno scoperto un testo nascosto sotto l'Obelisco di Mussolini a Roma che getta una nuova luce sul regime fascista di Benito Mussolini e come il dittatore voleva essere ricordato delle generazioni future. Bettina Reitz-Joosse dell'Università di Groningen e Han Lamers delle Università Humboldt di Berlino e Catolica di Leuven sono stati i primi a tradurre e studiare in dettaglio il Codex Fori Mussolini, un documento scritto in latino su pergamena e sepolto insieme ad alcune monete d'oro alla base dell'Obelisco nel complesso sportivo del Foro Italico di Roma.
I due esperti hanno messo insieme quello che credono di essere una versione accurata del testo - che purtroppo rimane fuori dalla portata nella base dell'obelisco - da tre fonti oscure trovate nelle biblioteche e archivi di Roma. Si tratta di un resoconto elogiativo della nascita del fascismo e la gesta di Benito Mussolini, pensato, come ha affermato la dottoressa Reitz-Joosse a BBC, non per i contemporanei, ma per le generazioni future. Difatti l'esistenza del testo non è stata segnalata affatto al momento, anche se l'Obelisco è stato costruito come un grande spettacolo.
L'elogio di 1200 parole è stato scritto da uno studioso classico, Aurelio Giuseppe Amatucci, in tre parti.
La prima è un racconto generale delle realizzazioni del fascismo e l'ascesa di Mussolini. L'autore descrive l'Italia come sull'orlo del disastro dopo la prima guerra mondiale per poi essere salvata da Mussolini che ha tentato di "rigenerare il paese attraverso la sua risolutezza e la sua intuizione sovrumana". Benito Mussolini è presentato come una sorta di nuovo imperatore romano, ma anche, utilizzando il linguaggio biblico, come il salvatore del popolo italiano. La seconda sezione riguarda l'organizzazione giovanile fascista (l'obelisco era in costruzione presso la propria sede) e i programmi progettati dal dittatore per i giovani. La terza parte si occupa della costruzione del Foro Italico - poi noto come il Foro Mussolini - e l'erezione dell'obelisco.
Ad accompagnare il testo c'è una medaglia raffigurante Mussolini–Il Leone su quale esso appare indossando addirittura una pelle di leone sopra la testa.
Ma perché il latino? Reitz – Joosse è di parere che l'autore ha scelto un linguaggio del passato per disegnare un collegamento tra l'Impero Romano e l'ascesa del fascismo. Inoltre, afferma la dottoressa, i fascisti stavano cercando di ristabilire il latino come lingua internazionale del regime, "parte di un tentativo di stabilire una Fascista Internazionale simile alla Comunista Internazionale". L'ironia di questo testo è che la sua scoperta si basava sulla caduta dell'obelisco e quindi la caduta del fascismo. I fascisti hanno immaginato il loro proprio declino, si stupisce la Reitz - Joosse.
Intanto il Codex di Mussolini rimane sepolto e l'Obelisco ancora in piedi come un triste ricordo degli errori del passato che l'umanità non dovrebbe mai ripetere.