Duro colpo d'immagine a livello internazionale per la corea del sud. La presidente Park Geun-hye, prima donna ad aver ricoperto un incarico tanto delicato al vertice istituzionale del Paese, è stata rimossa dalla Corte Costituzionale. Quest'ultima ha confermato all'unanimità (con otto voti su otto disponibili) l'impeachment, quindi la messa in stato d'accusa per attività illecite concernenti il ruolo istituzionale ricoperto, approvato lo scorso 9 dicembre 2016 dal Parlamento.
Questo a dimostrazione che il percorso democratico avviato di recente dal Paese sta proseguendo con successo, essendo la prima volta che viene completata una procedura del genere. In effetti è il primo caso di dimissioni forzate per un presidente eletto tramite procedura regolare, in Corea del Sud. Bisognerà ora indire nuove elezioni per la nomina del successore, e il tutto entro 60 giorni.
Lo scandalo
La (ormai ex) presidente sudcoreana è dall'estate scorsa al centro di uno scandalo legato a clientelismo e corruzione. La figlia di Park Chung-hee, dittatore che guidò la Corea del Sud dal colpo di Stato del 1961 fino al 1979 (anno in cui fu assassinato), avrebbe preso parte a un importante giro di favori e di tangenti.
Sarebbe coinvolta anche una sua amica di lunga data, Choi Soon-sil. Quest'ultima, secondo quanto risulta dalle indagini che durano ormai da diverso tempo, avrebbe recepito svariati milioni di euro da grandi società sudcoreane, e avrebbe coperto questo enorme giro di denaro facendolo passare per donazioni destinate ad alcune sue fondazioni.
Park Geun-hye, a conoscenza di questo traffico illecito, avrebbe inoltre passato a Choi informazioni riservate, relative soprattutto a delicate questioni di politica economica riguardanti il Paese. Questo giro di tangenti avrebbe fruttato all'incirca 66 milioni di euro, confluiti nelle fondazioni gestite da Choi, ma usati per scopi privati. Secondo quanto rilevato dai magistrati, ne avrebbe beneficiato anche Park.
Coinvolte nell'illecito anche diverse grandi aziende, tra cui anche la Samsung. Queste avrebbero ricevuto negli anni finanziamenti e privilegi, funzionali a una rapida espansione nel mercato internazionale.
Le manifestazioni
L'insofferenza della popolazione sudcoreana ha raggiunto il suo apice proprio in questo periodo; da tempo, infatti, i cittadini chiedono di indagare sull'alto tasso di corruzione del Paese. Alla notizia della condanna di Park da parte della Corte Costituzionale, dei gruppi di manifestanti hanno festeggiato scendendo in piazza nelle principali città della Corea del Sud. Ci sono state però anche manifestazioni a sostegno di Park. Le dimostrazioni che hanno avuto luogo a Seul, nonostante gli inviti alla calma, hanno raggiunto picchi di tensione molto alti. Si è infatti registrata la morte di due sostenitori di Park, secondo quanto riportato dall'agenzia Yonhap.