Si è svolto nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 il raid aereo dell’aviazione israeliana nello spazio aereo siriano. L’intento era quello di colpire un convoglio di armi sofisticate indirizzato a Hezbollah, l’organizzazione sciita libanese, alleata di Assad nella guerra siriana. Una notte convulsa nei cieli di questo pezzo di Medio Oriente anche perché dalla Siria la risposta non si è fatta attendere con l’innesco di missili terra-aria che comunque non hanno prodotto vittime, né militari e né civili.
Israele è formalmente in guerra contro Assad e pur non partecipando direttamente al conflitto è interessata a colpire il sistema di armamento di Hezbollah, acerrimo nemico dello stato ebraico.
La più grave azione di guerra israeliana in Siria
Sembra essere stata la più grave azione di guerra tra i due paesi negli ultimi anni. Gli aerei israeliani hanno colpito, a quello che sembra, un obiettivo militare destinato a Hezbollah nei pressi di Palmira, dove ancora imperversa la guerra contro l’Isis, poiché la città è in mano ai jihadisti. Il governo siriano, proprio per stigmatizzare l’accaduto, ha sottolineato come quest’azione non ha fatto altro che aiutare il sedicente stato islamico.
Secondo fonti del governo israeliano, sarebbero stati diversi gli obiettivi colpiti. Questo non è stato il primo bombardamento israeliano in Siria poiché altri raid sono stati eseguiti sempre contro Hezbollah, solitamente però smentiti dalle autorità ebraiche. Poi, nella fase di ritorno dei quattro aerei da combattimento israeliani, i missili terra-aria siriani hanno cercato di abbatterli.
Le diverse interpretazioni dell’accaduto
Sulla fase di ritirata c’è un piccolo mistero poiché l’esercito israeliano ha dichiarato che nessun aereo è stato abbattuto, a differenza del comando siriano che ha proposto un’altra versione. Infatti i siriani sostengono che uno dei veicoli è stato abbattuto ed un altro danneggiato.
A Ibrid è stato ritrovato un oggetto non identificato che sembra parte di un missile più che di un aereo. In realtà quei resti dovrebbero appartenere ad un ordigno lanciato da Israele attraverso il sistema di difesa anti-missili balistici Arrow, azionato per rispondere alla contraerei siriana. Alcuni pezzi di ordigno dovrebbero essere caduti anche nella valle della Giordania, dove vi sono insediamenti ebraici. In quell’area sono scattati i sistemi di allarme: si sono sentite vere e proprie esplosioni, da quanto riportato da alcuni testimoni, ma non ci sono stati danni a cose o persone.
Il nuovo orrore
Le schermaglie tra Israele e Siria, che possono significare una “ufficializzazione” della presenza militare ebraica nel conflitto, arrivano a poche ore dal nuovo orrore che ha visto il massacro di 40 civili in seguito al bombardamento della moschea di Jeenah, nella provincia di Idlib a ovest di Aleppo, in mano ai gruppi ribelli islamici anti-Assad. La responsabilità dell’azione dovrebbe essere in capo alla Russia, che sta intensificando gli attacchi aerei contro i ribelli contrari al regime di Damasco.