Sono 58 le persone uccise, di cui 11 bambini, e 150 feriti, ma il numero sembra destinato ad aumentare, le vittime del raid aereo effettuato nella prima mattina di martedì 4 aprile, presumibilmente, dall’aviazione del governo siriano, nella città di Khan Sheikhoun, afferente alla provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria. L’attacco ha causato il soffocamento e lo svenimento delle persone raggiunte per strada dalla sostanza tossica e la fuoriuscita di schiuma dalla bocca. Allo stato attuale, dalle informazioni che giungono, non è ben chiaro se l’attacco sia stato mosso direttamente dal governo siriano, che di queste pratiche è stata ripetutamente accusata dagli organi internazionali o dai jet russi, alleati del presidente Assad, che domenica nella stessa provincia hanno bombardato un ospedale.
L’opposizione al regime siriano, la Coalizione Nazionale, ha chiesto immediatamente alle Nazioni Unite l’apertura di una indagine, affinché non si legittimino questo tipo di azioni belliche non convenzionali. Il governo siriano sul caso ha declinato, come ha sempre fatto, ogni responsabilità.
Alla ricerca di un ospedale
La notizia si è diffusa nella mattina di oggi tramite l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che da Londra monitora la guerra in Siria. Nella concitazione della drammatica situazione, i corrispondenti in Medio Oriente, prevalentemente da Beirut, grazie a ponti informativi con fonti sul territorio confermavano la notizia. L’Agenzia France Presse, con reporter in loco, documentava anche attraverso immagini le condizioni di molte persone intossicate sdraiate per terra.
Il ricovero di chi è stato raggiunto dal gas non è del tutto semplice poiché i ripetuti attacchi delle ultime settimane hanno devastato molti degli ospedali della zona, per cui le ambulanze dei soccorritori, tra cui i “caschi bianchi” della protezione civile, stanno correndo da un posto all’altro: gli ospedali rimasti in piedi sono sovraffollati.
Dalle caratteristiche dell'attacco questo sembra uno dei più efferati nei sei anni di guerra.
Il gas tossico utilizzato
Sulle tipologie al vaglio delle ipotesi si è parlato prima di bombe al cloro: l’Onu lo scorso ottobre aveva concluso in una sua indagine che tra il 2014 e il 2016 il regime di Bashar al-Assad aveva usato almeno tre volte armi al cloro, mentre veniva accertato l’uso da parte dell’Isis dell’agente chimico blister a base di senape di zolfo.
Altre fonti invece hanno parlato in modo quasi certo che la sostanza utilizzata sia il gas nervino sarin.
L’area controllata dai ribelli islamisti
La provincia di Idlib è dal marzo del 2015 sotto il controllo di una costellazione di gruppi islamici vicini ad Al-Qaeda, l’ex al-Nusra, che una volta scissosi ha preso il nome di Hayat Tahrir al-Sham, di matrice salafita. Acerrimi nemici del regime di Assad, conducono contro di lui la loro guerra, e sono presenti nei tavoli negoziali internazionali. L’area è obiettivo militare sia del regime siriano e del suo alleato russo che della coalizione internazionale a guida americana.