Una conversione pericolosa quella di Lara Bombonati, una ragazza milanese cresciuta sulle colline tra Piemonte e Lombardia, quindi in luoghi lontani da sangue e odio. Eppure la giovane si è radicalizzata: ha "abbracciato" la jihad islamica, forse in seguito ad una relazione sentimentale con un maghrebino. Lara è diventata probabilmente una foreign fighter, ovvero una combattente straniera in nome dell'Isis; una presunta militante del sedicente Stato Islamico impegnato, tra gli altri, nel conflitto in Siria.
Gli agenti della Digos hanno fermato la Bombonati nelle ultime ore, perché "indiziata di delitto". L'accusa nei suoi confronti è pesante: associazione con finalità di terrorismo internazionale.
Indagini top secret
Lara si trovava nella sua abitazione di Tortona, coi genitori, quando i poliziotti l'hanno prelevata e portata nel carcere di Torino. Nicoletta Masuelli, avvocato d'ufficio che difende la 26enne, ha affermato che non ha ancora potuto visionare gli atti e le relative contestazioni. Al momento, inoltre, non si conosce ancora la data in cui si terrà l'udienza di convalida del fermo. Ovviamente, le indagini condotte dalla Questura di Alessandria, ma dirette dalla Procura di Torino, sono top secret.
Secondo l'accusa, Lara Bombonati avrebbe conosciuto diversi maghrebini, avviando probabilmente una relazione con uno di loro. La conversione, dunque, potrebbe essere legata ad un rapporto sentimentale con un estremista islamico. Gli investigatori italiani pensano che la ragazza italiana sia diventata membro dell'Organizzazione per la Liberazione del Levante, nata da pochi mesi, e derivante dall'accorpamento di quattro gruppi minori. In un primo momento, il gruppo sarebbe stato guidato da Abu Jabir, militante islamista particolarmente attivo ad Aleppo.
L'arresto di Mouner El Aoual due mesi fa
Gli inquirenti sostengono che la Bombonati abbia fiancheggiato i "fratelli combattenti". Qualora i sospetti fossero confermati, si tratterebbe di una situazione decisamente preoccupante - secondo le forze dell'ordine - perché testimonierebbe un incremento dell'insidia jihadista in Italia.
L'arresto della 26enne, comunque, è solo il primo step di un'indagine che mira a "colpire" altri militanti dell'Isis. Ad ogni modo, prima della conclusione dell'inchiesta, è bene evitare di giungere a conclusioni affrettate sulla ragazza arrestata a Tortona. Sarà il giudice torinese, infatti, nelle prossime ore, a decidere se sarà il caso, o meno, di procedere nei suoi confronti.
Una cosa è certa: è già la seconda inchiesta del genere aperta in Piemonte. Due mesi fa, infatti, i carabinieri del Ros di Torino arrestarono Mouner El Aoual, un 29enne marocchino considerato e cresciuto come un figlio da una famiglia italiana. L'uomo, conosciuto come "Mido", aveva invece una doppia vita: gestiva vari siti web inneggianti al Califfato, proclamandosi "portavoce ufficiale dello Stato Islamico".