"Ultimo miglio". Così si chiama l'operazione condotta dalla polizia, che in tre giorni, dal 28 al 30 di agosto, ha tenuto sotto presidio gli accessi al centro storico delle più importanti città Italiane dopo l'attentato avvenuto nella capitale spagnola. Ne sono derivati 24 arresti (quasi tutti per possesso di stupefacenti) e 157 sequestri.

L'obiettivo dell'iniziativa che ha tenuto sotto controllo l'accesso al centro in città come Roma, Firenze, Napoli, Bari, Milano e Torino è quella di cercare di prevenire gli attentati condotti attraverso l'utilizzo di mezzi pesanti, volti a provocare quante più vittime possibile come è successo a Barcellona.

Sono stati 2.043 gli automezzi che sono stati controllati dagli agenti, che hanno identificato 32.619 persone ( 5634 straniere) delle quali 6.855 con precedenti di polizia. Da questa indagine sono scaturiti:

  • 24 arresti
  • 114 denunce
  • 157 sequestri
  • 1.240 multe

Il dato che più ci ha fatto preoccupare a seguito di questi tre giorni di intense verifiche è la percentuale così elevata, ben il 21%, di persone che mostrano avere dei precedenti penali.

I controlli sui mezzi

L'indagine è stata diretta dal Servizio Controllo del Territorio, adeguandosi alle direttive emanate dal ministro Minniti, ed ha visto coinvolti numerosi agenti e Reparti della polizia: l'obiettivo è quello di controllare tutti i veicoli pesanti e relativi conducenti e passeggeri, che manifestassero l'intenzione di entrare nel centro storico delle città.

Per questo sono stati allestiti blocchi stradali e attraverso l'aiuto dei cani antidroga e palmari, per controllare le informazioni in tempo reale, sono stati verificati documenti di conducenti e passeggeri così come i vani dei furgoni e i bagagli. La maggior parte dei ritrovamenti che hanno seguito questi controlli è legata a sostanze stupefacenti.

Le immagini della Jihad sul telefono

L'avvenimento più preoccupate accaduto in questo clima di allerta terrorismo però è sicuramente stato il rinvenimento sul cellulare appartenente a due bengalesi, di alcune fotografie inneggianti alla Jihad: alcune ritraevano addirittura degli uomini armati. Purtroppo, nonostante i due uomini siano stati portati immediatamente in questura per poter approfondire l'argomento e verificare legami con gruppi islamici estremisti, non sono stati potuti prendere provvedimenti, in quanto i due si sono giustificati dicendo di aver preso le immagini dal web.