Facevano parte di un sodalizio criminale vicino alla cosiddetta "stidda", gruppo che negli anni '80 e '90 spadroneggiava nella città di vittoria, in provincia di Ragusa. Questa mattina per ben 15 persone si sono aperte le porte del carcere a conclusione dell'operazione denominata "Survivor", disposta dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Catania ed eseguita dal comando dei carabinieri e della polizia di Stato di Vittoria e Ragusa.
Le accuse sono quelle di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzate alle estorsioni e all'intestazione fittizia di beni immobili nel comune di Vittoria. Sequestrata anche una azienda del settore degli imballaggi di proprietà della famiglia Ventura. Tra gli arrestati infatti primeggiano le figure dei fratelli Giambattista e Filippo Ventura, ritenuti a capo del sodalizio fiancheggiati dai rispettivi figli.
Le indagini
L'operazione è scattata all'alba di oggi ed ha visto un dispiegamento di forze non indifferente tra carabinieri e polizia, con l'ausilio di elicotteri ed unità cinofile.
Rinvenuto anche un arsenale di armi che di recente era stato rinvenuto in un'altra operazione. Il "modus operandi" degli affiliati al clan era solitamente "tranquillo" senza la necessità di utilizzare metodi violenti per estorcere denaro alle povere vittime, per lo più commercianti del settore dell'ortofrutta costretti a fare un "regalo" alla famiglia con cifre che potevano arrivare fino a 5 mila euro. Soldi, questi, che servivano per mantenere i sodali rinchiusi in carcere e le loro famiglie.
Fondamentale è stato il contributo di alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito agli organi inquirenti di ricostruire i rapporti tra gli arrestati odierni e l'organizzazione criminale di cui facevano parte.
Intercettazioni ambientali, telefoniche e videoriprese hanno poi confermato tutto.
Infine i sequestri. Oltre ai 15 arresti, polizia e carabinieri hanno provveduto a sequestrare una ditta che si occupava di imballaggi di proprietà dei Ventura anche se intestata fittiziamente ai parenti di quest'ultimi. La sede dell'azienda sarebbe stata anche luogo di ritrovo per riunioni e incontri per la pianificazione delle attività criminali. Sequestati anche due impianti serricoli di circa 20 mila metri quadri del valore di 50 mila euro, intestati questi a soggetti estranei alla famiglia Ventura.
Una criminalità, quella dei nostri giorni, che investe nell'economia "sana" per riciclare i proventi delle attività illecite come dimostra anche il sequestro di ben 28 milioni di euro a Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese Sequestrati 28 milioni di euro o gli affari con le grandi reti di supermercati Affari della mafia nei supermercati.