Spesso pensiamo che essere nel 2017 significhi aver raggiunto un livello di modernità e di apertura mentale tali da consentirci non solo di accettare ma anche di fare tesoro delle differenze, che non possono che arricchirci. Non è un'idea sbagliata, considerato che sempre più aziende si dimostrano all'avanguardia, offrendo posizioni di rilievo alle persone con disabilità. Eppure le pagine di cronaca continuano a riempirsi quotidianamente anche di casi che gettano nello sconforto, perché spingono a ritenere che l'inciviltà avrà ancora a lungo un ruolo di rilievo.

Quando l'anonimato tira fuori il peggio di noi

Ci troviamo a Terni e qui, in via Lungonera Savoia, è in attività da quasi 30 anni la Pasticceria Carletti. I proprietari da tempo hanno deciso di somministrare ai loro clienti dei questionari, in modo tale che essi, in forma anonima, possano esprimere un giudizio positivo o negativo tanto sulla consumazione, quanto sul servizio ricevuto. Un'iniziativa sicuramente degna di nota, che permette a chi gestisce un esercizio commerciale di capire come poter migliorare per incrementare il grado di soddisfazione della propria clientela. Com'è facilmente intuibile, la garanzia dell'anonimato può indurre alla manifestazione di critiche non esattamente costruttive ma ciò che ha comprensibilmente indignato la famiglia Carletti è stato un commento che mai avrebbe creduto di dover leggere.

Datori di lavoro in difesa del loro dipendente

Alla domanda: 'Come potremmo soddisfare al meglio le tue aspettative?', infatti, qualcuno ha risposto che preferirebbe che non venissero posti al servizio camerieri con la sindrome di Down. I proprietari della pasticceria hanno voluto denunciare il fatto mediante uno sfogo su facebook, spiegando in maniera chiara la situazione. La persona a cui si fa riferimento nel commento è Fabio, collaboratore dei Carletti da oltre 15 anni, che opera principalmente in pasticceria ma che talvolta chiede la possibilità di essere messo al bar perché è la cosa che ama di più. Fortunatamente, la famiglia si è schierata in maniera esemplare dalla parte del dipendente, dichiarando che non sarà certo questa critica a spingerla a cambiare le cose e precisando di essere ben disposta a perdere un cliente del genere: 'Forse a lui mancherà un cromosoma, ma a lei manca cuore e cervello' è stata la lapidaria chiusura del post, tramite il quale il signor Ubaldo Carletti si è rivolto in maniera diretta a colui che ha lasciato l'offensivo feedback.