La preghiera più conosciuta, quella che viene insegnata fin da bambini per essere recitata prima di andare a dormire, da oggi dovrà subire un cambiamento; nel recente libro di Papa Francesco edito da Rizzoli, il Pontefice affronta alcune personali riflessioni sul Padre Nostro, evidenziando come la frase non ci indurre in tentazione non solo è scorretta, ma lascerebbe intendere che a portare l’essere umano a peccare sia Dio.
Il Pontefice, raccogliendo le proprie riflessioni e dialoghi con Don Marco Pozza, teologo nonché cappellano del carcere di Padova, ha pubblicato il libro che vuole essere uno strumento per i credenti che si affidano alla preghiera in modo corretto e privo di fraintendimenti.
La spiegazione di Papa Francesco della preghiera
Papa Francesco, che introduce la riflessione sulla preghiera Padre Nostro spiegando che a lui la insegnò la nonna, commenta nel libro appena uscito alcune frasi contenute affinché i credenti, nel recitarle, siano consci del loro vero significato.
Il Padre Nostro, racconta il Pontefice, è la preghiera da rivolgere a un padre, verso il quale si è sempre bambini e che accompagna il fedele in ogni passo della sua vita; Padre nostro che stai nei cieli, secondo Bergoglio, non indica distanza bensì onnipotenza del Padre, così come il santificare il suo nome esprime la coerenza del fedele che deve vedere nella figura del Padre la misericordia.
Venga il tuo regno, sottolinea, è una frase che riporta il fedele alla figura di mendicante inteso come il cristiano alla perenne ricerca della spiritualità, del pane quotidiano e, soprattutto, del perdono e quindi della remissione di tutti i peccati commessi.
Ed è a questo ultimo proposito che il Pontefice svela l’erroneità della frase non ci indurre in tentazione che, così come è stata recitata per centinaia di anni, sembrerebbe riferirsi a Dio come artefice di situazioni nelle quali l’uomo è tentato a commettere peccato.
La riformulazione della frase
Papa Francesco spiega che alla base della scorrettezza della frase vi sono traduzioni sommarie che la CEI ha già provveduto a correggere; nell’ultima versione della preghiera Padre Nostro infatti, al posto di non ci indurre in tentazione, d’ora in poi dovrà essere recitato il non abbandonarci, con riferimento al fatto che quando Satana ci induce in tentazione, il fedele deve invocare il Padre come aiuto per non cedervi.