R.P.,58 anni, nativo di Bitetto in provincia di Bari è il bidello che è stato arrestato, nella mattinata odierna,dai carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Annachiara Matrorilli, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Simona Filoni,con l'accusa di violenza carnale aggravata nei confronti di quattro studentesse dell'istituto comprensivo "EL 7 CD Montello-S.M.

Santomauro". Determinanti nella svolta delle indagini sul caso, sono stati gli esposti presentati da alcuni genitori delle piccole vittime alla dirigente della Scuola media lo scorso novembre dopo che, quest'ultime, avevano deciso di confidare loro di quanto stava accadendo all'interno del plesso scolastico.

Abbracci e palpatine

Fondamentali per riscostruire l'intera vicenda sono state le testimonianze delle alunne raccolte, in modalità protetta, dagli inquirenti che hanno consentito di mettere insieme tutti gli elementi utili al fine di tracciare un quadro generale degli abusi e delle molestie a cui il collaboratore scolastico le sottoponeva.

Da quanto si è potuto apprendere,'l'orco' obbligava le giovanissime ragazzine a ricevere continui abbracci, palpatine, baci sulla bocca e sul collo.

Manifestazioni di affetto

Secondo l'accusa, l'imputato avrebbe approfittato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica delle fanciulle. Infatti, avvalendosi del ruolo che svolgeva nell'edificio scolastico,il cinquantotenne sarebbe riuscito a ottenere la loro totale fiducia mostrandosi come un vero amico e confidente. Inoltre, gratificandole con costanti complimenti le induceva a scambiare i suoi atteggiamenti perversi come ingenue manifestazioni di affetto. Agiva indisturbato nel momento in cui le adolescenti uscivano dal bagno e percorrevano il corridoio, nascosto alla vista della sua collega, per tornare in classe.

Il reato contestatogli è l'art.609 bis del codice penale che prevede che chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti carnali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. L'intera normativa in materia di questo tipo di reati è stata modificata grazie alla legge n°66 del 1996 che ha spostato tali fattispecie dalla categoria dei reati contro la moralità e il buon costume a quella dei reati contro la persona.