Sembrano essere giunte ad una reale svolta le indagini sul terribile caso di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. La donna marocchina, identificata come Khadija Bencheick, sembra essere stata uccisa e ridotta in dieci pezzi dal convivente Agim Ajdinaj e dal nipote di lui, Lisand Ruzhdija, entrambi albanesi.

A portare le forze dell'ordine sulle tracce dei due uomini, nei giorni scorsi, sembra sia stato l'esame delle celle telefoniche della zona.

Il segnale dei cellulari di Agim Ajdinaj e di Lisand Ruzhdija, infatti, ha agganciato la cella telefonica posta in località Gardoni, luogo in cui è stato abbandonato il cadavere della vittima, in un lasso di tempo compatibile con il possibile abbandono del cadavere. Ancora una volta, dunque, la tecnologia è stata di grande ausilio alle indagini, permettendo agli inquirenti di fare un importante passo avanti.

Giallo a Valeggio sul Mincio: dinamica e indagini

Il terribile caso della donna mutilata e ridotta in numerosi pezzi, ritrovata a fine anno 2017 presso Valeggio sul Mincio (Verona) ha finalmente giustizia.

Dopo diversi giorni d'indagine, le forze dell'ordine hanno posto in stato di fermo l'uomo della vittima, cittadino albanese di 51 anni, e suo nipote, della stessa nazionalità, di anni 27. I due uomini sono stati rispettivamente accusati di aver ucciso, fatto a pezzi (probabilmente con una sega) ed occultato il corpo della donna nelle campagne veronesi.

Ancora non chiaro e tutto da verificare sembra essere il movente del delitto. Tuttavia, siamo di fronte ad un nuovo tragico caso di femminicidio, un fenomeno in pericolosa ascesa negli ultimi anni. Secondo i dati Istat, infatti, sono stati numerosissimi i casi di violenza sulle donne sfociati drammaticamente in omicidio negli ultimi anni.

Il luogo del ritrovamento

Il corpo della donna, ennesima vittima di femminicidio dell'anno, era stato ritrovato ridotto in numerosi pezzi, nelle campagne della provincia veronese. A ritrovare casualmente i resti del corpo, era stato un uomo che lavorava lì vicino. Sin dal primo momento, gli abitanti del piccolo paese, hanno dichiarato agli inquirenti di non aver notato nulla di particolare presente nell'area del ritrovamento nei due giorni precedenti. L'ipotesi che va per la maggiore è, quindi, che il corpo della vittima sia stato occultato in quel luogo solo in una fase successiva all'uccisione.