Secondo un suo portavoce militare Israele, in risposta all'abbattimento di uno dei suoi caccia bombardieri F-16 da parte del fuoco antiaereo siriano, ha lanciato un secondo raid di rappresaglia sulla Siria. Sono stati selezionati dodici postazioni, tra cui quattro "obiettivi iraniani" nelle vicinanze di Damasco, che sono stati completamente rasi al suolo, come conferma il portavoce israeliano, il colonnello Jonathan Conricus.

Non è dato sapere se ci siano vittime.

Il cacciabombardiere si disintegra in Galilea

L'F-16 israeliano è stato colpito questa mattina durante il rientro dal raid ordinato dopo che un drone iraniano era entrato nello spazio aereo israeliano, per distruggere le strutture da cui era partito. Entrambi i piloti sono riusciti a lanciarsi in territorio amico, tra gli ulivi della Galilea. Uno dei piloti è grave, l'altro ha lievi ferite. I siriani dichiarano di aver colpito due cacciabombardieri. Notizia che Israele smentisce.

Le accuse di Israele

Si può sicuramente ritenere che questo incidente sia stato il più grave, dall'inizio della guerra civile siriana, che abbia coinvolto Israele, Siria e Iran.

La missione del jet avrebbe avuto come obbiettivo la distruzione dell'impianto di controllo dei droni iraniani, impianto dislocato nei pressi della città di Palmyra, nel deserto, all'interno del territorio siriano. Sempre secondo Conricus "I siriani e iraniani stanno giocando con il fuoco: siamo solo all'inizio". Da parte sua l'Iran ritiene ridicola l'idea di un suo coinvolgimento nell'attacco al jet, e del drone che avrebbe tentato di sorvolare Israele. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Bahram Qasemi, ha dichiarato che l'Iran fornisce solo "consigli militari" alla Siria. Da parte sua la Siria dichiara di essersi solamente difesa dall'attacco che Israele ha portato contro la sua base militare nella regione centrale.

Anche Bejjamin Netanyahu lancia avvertimenti

Uno dei massimi esponenti dell'esercito israeliano, il generale Ronen Manelis, ha dichiarato che Israele ritiene l'Iran direttamente responsabile dell'incidente, aprendo per essa scenari dagli sviluppi ignoti. Senza menzionare direttamente l'Iran e il suo alleato Hezbollah, martedì scorso il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante la sua visita sul confine Israele-Siria, ha avvisato i nemici di Israele di non mettere alla prova la sua determinazione.